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cerchiamo di stimare, ad esempio, quanto siamo bravi a giocare a dama è la metacognizione a permetterci di farlo. Il possesso di una reale competenza, al contrario, può produrre la distorsione inversa, ovvero una scarsa percezione, una sottostima della propria competenza e una diminuzione della fiducia in sé stessi, nelle proprie capacità. Non esiste l’inesperto e l’esperto per eccellenza. L’effetto Dunning- Kruger si applica a tutti. Prima o poi, ad un certo punto della nostra vita, ci troveremo nella condizione di non riuscire a giudicare oggettivamente le nostre abilità. Bisogna però ricordare che spesso l’illusione della conoscenza è anche quella che ci spinge ad approfondire e a raggiungere la conoscenza stessa. In altre parole dovremmo conservare sempre un grado di incertezza a patto che quest’ultima si traduca in prudenza e voglia di confronto, di arricchimento. Se Cristoforo Colombo non si fosse illuso di raggiungere le Indie non avrebbe portato a termine una delle più importanti scoperte geografiche della storia. La libertà di espressione via web rischia di diventare dannosa quando abbiamo la possibilità di affermare una tesi riguardo alla quale crediamo di essere profondi conoscitori. Non sempre resistiamo alla tentazione di “dire la nostra”, di controbattere e trasformarci in “leoni da tastiera”. Questo accade anche a causa di una sorta di autoinganno, il “Confirmation Bias”. Tendiamo a restringere la nostra attenzione solo alle osservazioni e/o informazioni favorevoli alle nostre convinzioni, rifiutando di prendere in considerazione quelle alternative. In particolare selezioniamo solo le informazioni che sono coerenti e avvalorano una sola ipotesi: la nostra! Si tratta di uno dei più comuni pregiudizi in ambito psico- cognitivo che non risparmia nessuno, indipendentemente da fattori quali intelligenza o apertura mentale. Tutti noi siamo inclini a cercare prove ed evidenze a sostegno delle nostre convinzioni e a rigettare quelle contrarie ad esse. In Italia il 47% degli individui è analfabeta funzionale. Lo rivela lo Human Development Report, un indice calcolato tra i Paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). Il nostro Paese, avendo un alto numero di analfabeti funzionali, si colloca in una posizione alta in classifica. Ma cosa intendiamo per analfabeta funzionale? L’analfabetismo funzionale è un fenomeno sempre più diffuso, secondo cui un individuo, nonostante possegga le basi della scolarizzazione, non è in grado di leggere i termini di un contratto, di compilare una Dicembre 2018 domanda di lavoro, di interpretare o riassumere un testo. Un analfabeta funzionale è una persona particolarmente incline a credere a tutto quello che legge in maniera acritica, non riuscendo a comprendere e a valutare ciò che legge. Socrate, durante il processo a suo carico che ne decretò la condanna a morte, pronunciò la famosa frase “so di non sapere”, che significa conoscere l’esatto limite tra conoscenza e non conoscenza. Solo riconoscendo il territorio della conoscenza siamo padroni di quelli che sono i presupposti del nostro ragionamento. È fondamentale porci le giuste domande per far progredire il nostro sapere poiché sono le domande ben poste che muovono lo sviluppo umano. Il non-sapere è la nostra più grande ricchezza che dovremmo sempre difendere e mai prescinderne. È la chiave di volta che ci rende capaci di cambiare, di migliorarci e migliorare il mondo che ci circonda. Alburni Il Giornale Democratico 6