Il foglio dell'Umanitaria n. 2 giugno - settembre 2016 | Page 13

il FOGLIO dell’Umanitaria Foglio digitale 2 MILANO OGNI VIOLAZIONE DEI DIRITTI È UN PERICOLO PER NOI STESSI Il dottor Mukwege ci ha raccontato delle donne che ha curato, donne violate, che hanno subito lo sfregio del loro corpo, diventate esse stesse teatro della più cruenta battaglia; ho ascoltato la storia dell’Associazione Memorial e di Raif Badawi, che non sono liberi di raccontare e di pensare. Sono passate due settimane ma ancora non capisco: non riesco nemmeno ad immaginare come possa un uomo scegliere di fare di una donna l’oggetto delle sue violenze e di ripetere questa decisione nei confronti della tenera figlia di quest’orribile abuso. Non posso spiegarmi cosa significhi essere torturato per un sospetto e non sapere se un giorno si tornerà mai a casa, come ci ha raccontato un ex detenuto di Guantanamo. Non immagino nemmeno il dolore per aver perso tutta la propria famiglia e la consapevolezza di dover fuggire dal proprio paese a soli quindici anni, il dolore di Thierno, “biblioteca vivente”, che ancora si legge nei suoi occhi. Queste cose non le capirò mai fino in fondo, ci rinuncio fin da ora, sperando di non essere costretto a viverle anch’io. Quello che ho capito è che se si accetta l’ignoranza delle realtà che ci circondano, se si accetta di voltare il capo di fronte alle violenze che troppi subiscono fuori dall’unione e, non dimentichiamolo, anche all’interno, non vi è altro da fare che prepararsi a subire. L’esperienza vissuta a Strasburgo ha provocato in me, all’inizio, un certo senso di colpa, soprattutto per il fatto di non sapere, di non conoscere troppi maltrattamenti ai danni di cittadini europei e del mondo. I diritti umani di cui tanto abbiamo sentito parlare, in queste conferenze nel Parlamento Europeo, hanno assunto d’un tratto una consistenza fin troppo reale: troppo spesso solo quando abbiamo perso qualcosa ci rendiamo conto di non averla più, lo dicono in tanti. Per i diritti umani, forse, questo è drammaticamente vero: è di fronte alle vessazioni, ai maltrattamenti, alla loro violazione che ci accorgiamo del loro immenso valore, della loro assoluta concretezza. Ci sono persone, però, che sanno davvero cosa significhino e tengono sempre alta la guardia; ci sono persone che questi diritti li hanno visti calpestati, annichiliti; ci sono persone che vivono quest’orrore ogni giorno. Queste persone, però, possono raccontare, ed è quello che hanno scelto di fare: di fronte a storie come le loro è impossibile non rimanere turbati. Ho insistito molto sulla parola persone, perché si deve capire che, se ciascun essere umano, ovunque, non viene tutelato e garantito in virtù della sua stessa umanità, nessuno può dirsi sicuro da violenze come quelle che abbiamo udito e visto nel volto delle vittime. È stato spaventoso scoprire che non solo cittadini di paesi sotto- posti a vergognosi regimi autoritari, ma anche francesi o italiani o europei si vedono privare dei diritti inalienabili: è per questo che non dobbiamo smettere di pretendere; pretendere di sapere, innanzitutto. Dobbiamo pretendere di sapere, perché ogni violazione di questi diritti è un pericolo innanzitutto per noi stessi. Dobbiamo pretendere dai nostri governanti la loro tutela e la loro continua estensione e, infine, dobbiamo pretendere da noi stessi un continuo sforzo, una continua attenzione: non dobbiamo mai voltare la testa. Questo è quello che la straordinaria esperienze di Strasburgo mi ha insegnato, ma non solo: sui volti delle centinaia di ragazzi che, come me, hanno udito tali vicende, ho visto lo stesso sgomento, la stessa indignazione, lo stesso orrore che sentivo io. Ciò che ci rende europei deve essere, in primis, questo turbamento: che esso possa darci sempre la forza di lottare per ciò che, di diritto, è di tutti noi. Gianluca Martini Pietro Giunipero Vincitori 2015 Milano Nella foto da sinistra: un membro della Giuria milanese, Renato Arisi; un nuovo Ambasciatore, Pietro Giunipero; Tiziana Gardini; un altro Ambasciatore, Gianluca Martini; Maria Helena Polidoro e Paola Gennaro (docente del Liceo Leonardo da Vinci).