Il filo rosso Oct 2013 | Page 29

Il filo rosso Quando abbiamo deciso di collegare con un lungo filo rosso Mosca e Forlì mi preoccupava il fatto di non avere mai scritto nulla di cinema e sul cinema, tanto meno sul cortometraggio. Il viaggio da una città all'altra che collegava due mondi e visioni diverse, se non altro perché confrontava un modo di scrivere e di pensare femminile con uno maschile, si presentava, tuttavia, interessante e sfidante. Io sarei stata Mosca, il "critico" lontano ed invisibile, la percezione al femminile, William avrebbe rappresentato Forlì, il "critico" in sala se pur anch'egli invisibile, la percezione al maschile. L'idea, nata dalla mente fervida e curiosa di William, mi era piaciuta subito, non abbiamo, a nostro avviso, sbagliato ad intraprendere questa strada, anzi. Ma questo lo direte e sancirete voi. Anche la scelta dei cortometraggi da visionare e presentare al pubblico avrebbe seguito la stessa direzione. Alcune immagini e storie erano, secondo noi, più adatte ad un commento femminile, altre ad uno maschile. Talora per il tema trattato, talaltra per una diversa sensibilità richiesta ad una o ad un'altra visione, a volte semplicemente per inclinazione personale, per interesse ad una storia piuttosto che ad un'altra o per la dimensione per così dire geografica e di esperienza di vita recente che portava me a prediligere film russi e William film italiani. Come dicevo, l'avventura si presentava non semplice. Un cortometraggio può essere d’interpretazione immediata ma spesso non lo è. 29