Il filo rosso Oct 2013 | Page 17

Smile - Italia 2012 - Fiction - 7' 40" di Matteo Pianezzi Smile ci mostra un mimo, vestito da pagliaccio, che ha sempre il sorriso sulle labbra, soprattutto spettacolo in durante strada. Il il mimo suo è sordomuto, ma con la sua forza e la sua simpatia dimostra come ogni persona possa esprimersi facendo leva sulle sue qualità, al di là di ogni impedimento. Il film mostra con delicatezza il mondo della sordità e in particolare della discriminazione di cui sono vittime molte delle persone che hanno questo problema. Smile non ha toni vittimistici, anzi, offre allo spettatore molti spunti di riflessione e gli consente di rendersi conto del pregiudizio allo scopo di superarlo, anche con un semplice gesto di amore quale può considerarsi un colloquio tra un padre e suo figlio. Una chiave di lettura poetica che incontra l'amore, vissuto nel suo difficile quotidiano. Il mimo vive in una grande città, dove ha amici e amiche, in particolare la commessa della pasticceria, che forse prova un sentimento per lui, a cui dona un fiore di plastica; ha anche un figlio, che vive qualche disagio a causa del suo stesso problema fisico. Il suo spettacolo attira la gente, pur senza utilizzare le parole, che, come spiegherà lui al figlio, con il linguaggio dei gesti: “le persone dicono un sacco di stupidaggini, meno male che io e te non dobbiamo sentirle”. Una volta giunto a casa trova ad attenderlo il figlio, seduto sul divano, con ancora sulle spalle lo zaino della scuola. Il bambino è triste, non vuole più andare a scuola perché i compagni lo prendono in giro a causa della sua “diversità”, si è convinto quindi di non essere come gli altri. Il padre, con estrema dolcezza e soprattutto con verità, gli spiega che lui è un bambino uguale a tutti gli altri, che è bellissimo, forte e coraggioso. Le sue parole entrano nel cuore del figlio, di nuovo pronto ad affrontare le difficoltà della vita. Smile più che un cortometraggio sembra un vero e proprio atto di amore, che in fondo è la chiave di questa storia, come ha affermato anche lo stesso Pianezzi: "L’amore avvolge lo spettatore come una coperta, coccolandolo, facendolo sentire a suo agio, libero di emozionarsi”. Il soggetto e la sceneggiatura sono stati scritti dallo stesso Pianezzi, mentre le belle illustrazioni che impreziosiscono il film sono di Francesco Venturi. Un plauso va riservato al protagonista Martino Apollonio (ha recitato nell'episodio Cuori randagi del film Eden del regista Johnny Triviani), a tratti davvero commovente e all'ottima fotografia di Dario Di Mella. (WM) 17