Giovani democratici: “Il reddito
minimo strumento che dà dignità”
Parlare di povertà significa anche provare a fare un inquadramento generale, contestualizzare le azioni concrete e soprattutto cercare la radice del
problema.
Viviamo in un mondo globalizzato,
governato da un sistema su cui la
politica sta perdendo sempre di più
il controllo e che sta aumentando la
distanza tra ricchi e poveri: ma non si
tratta più di “sud del mondo” e “nord
del mondo”, perché per quanto questa disuguaglianza rimanga molto forte e sia all’origine dei flussi migratori
che ci troviamo ad affrontare, si tratta
anche di una disuguaglianza all’interno del nostro mondo.
Si tratta di un aumento della povertà assoluta e relativa all’interno del
civilissimo occidente, con tutta una
serie di conseguenze che la povertà
economica si porta dietro: esclusione
sociale, tensioni, violenze, fanatismi e
ghettizzazioni. Un sistema che tende
a generare contraddizioni e contrapposizioni: disoccupazione contrapposta a sfruttamento e lavoro nero;
aree degradate o abbandonate e aree
di lusso; nuove generazioni sensibilmente più povere di quelle vecchie,
destinate a lavorare molto più a lungo
e irregolarmente. Sicuramente è difficile prospettare una soluzione ad uno
scenario così macroscopico anche se
è essenziale ripartire da un elemento fondamentale dei sistemi nazionali
europei: i Diritti.
Diritti significa libertà e soprattutto dignità: In questo momento sono poche
le regioni in Italia ad adottare strumenti di sostegno alla povertà come
il reddito minimo (che è dive