Il Democratico Dicembre | Page 5

La Protezione Civile c’è, ma serve l’autorizzazione Riguardo l’attuale situazione migranti che sta vivendo il Biellese, l’Amministrazione Provinciale si è, fin dal principio, resa disponibile a mettere a disposizione gli spazi all’interno di uno degli stabili di proprietà. L’unico edificio che si è potuto mettere a disposizione è la ex caserma dei Vigili del Fuoco, sita in via Gersen a Biella, attuale sede del Coordinamento Provinciale di Protezione Civile, ma l’attuale normativa non consente la convivenza di Protezione Civile e migranti, pertanto senza un diretto intervento del Governo non si potrà procedere. Quello che è certo che la Provincia di Biella non ha la volontà di lasciare il Coordinamento senza sede, privando i Biellesi di una realtà sempre presente ed a disposizione dei cittadini e delle Istituzioni. Il Governo ha chiaramente e formal- mente attribuito alle Prefetture la gestione dei flussi migratori, ma nel Biellese, di fatto, sono gli Enti Locali ad occuparsi della ricerca di stabili da adibire all’accoglienza dei migranti. È da molto che sostengo fortemente che il Governo, e sul territorio le Prefetture, dovrebbero dislocare i migranti secondo quote prestabilite, altrimenti ci troviamo a confrontarci con situazioni che vedono piccoli centri ospitare un gran numero di immigrati, mentre realtà decisamente più grandi, e, probabilmente con maggior peso politico, devono gestire numeri molto ridotti o comunque ampiamente al di sotto delle reali potenzialità. Se si continua a perseguire una gestione come quella attuale ho il timore che scoppi una bomba sociale, alimentata da soggetti che, anziché avanzare proposte concrete, pensano a gettare benzina sul fuoco, peggiorando la già difficile situazione, che deve essere affrontata e gestita nel minor tempo possibile. Emanuele Ramella Pralungo Sindaco di Occhieppo Superiore Presidente della Provincia di Biella L’emergenza non è finita: un appello a tutti i Comuni Non è la scelta di un territorio quella di ospitare profughi in sovrannumero rispetto a quelli assegnati dalle quote regionali e provinciali. Ma è una precisa e doverosa scelta di una città quella di fare tutto il possibile perché l’accoglienza sia puntuale e dignitosa, come è accaduto a Biella con l’arrivo a ondate dei richiedenti asilo fuggiti dal Pakistan. Da quest’estate, la situazione è chiara eppure complessa: prima piccoli gruppi isolati, poi gruppi sempre più numerosi richiamati dal passaparola, hanno scelto Biella e non una grande città più conosciuta e più facilmente raggiungibile, per farsi accogliere. Arrivo dopo arrivo, le persone di cui la nostra provincia si è fatta carico sono diventate ormai 150, prima nel clamore delle polemiche fomentate ad arte da chi, in politica e sui media, ama solleticare istinti xenofobi, poi nel silenzio. Il Comune di Biella ha fin da subito fatto quanto è stato nelle sue possibilità, preferendo i fatti alle polemiche e andando spesso oltre i suoi compiti istituzionali. Così alla struttura di via Coda a Chiavazza, messa a disposizione della Prefettura già in estate in piena emergenza e oggi ancora occupata visto che l’emergenza non è cessata, si è aggiunta l’ex sede dell’Atap di viale Macallé, un altro stabile di proprietà comunale che abbiamo concesso di trasformare in rifugio sicuro per i richiedenti asilo, perché non fossero costretti a passare la notte all’aperto. Per il resto delle necessità molto, anzi moltissimo, ha fatto la Caritas, sostenuta dalla voglia di fare senza ascoltare le polemiche, che sentiamo nostra. Poco, anzi pochissimo, hanno fatto altri enti: sono stati lasciati cadere senza avere una risposta i tanti appelli agli altri Comuni della provincia, perché sulla falsariga di Biella contribuissero a mettere a disposizione strutture per affrontare l’ondata di arrivi. Un appello che mi sento di rinnovare, perché l’emergenza non è cessata: oggi il Biellese ospita quasi 500 profughi e ne ha viste transitare nel solo 2015 circa 900. E non sono cessate nemmeno le cause, dalle guerre civili alla voglia di costruirsi un futuro migliore, che spingono così tante persone lontano dalle loro case Marco Cavicchioli Sindaco di Biella