IL BRIGANTE ED IL GENTILUOMO Il brigante e il gentiluomo II | Page 5

L’avvenente figlia di questi Elisa, che frequentava il magnifico palazzo De Sangro di Parigi, attratta dal bel principe partenopeo, se ne invaghì. Egli cedette alle lusinghe della ragazza, che era di vent’anni più giovane di lui, facendone la compagna inseparabile dei suoi giorni, anche se non dimentico dell’amore e del ricordo della contessa Ruffo… Negli anni trascorsi a Parigi Michele De Sangro si dedicò allo studio alacre dell’agricoltura, visitò i più celebri istituti agrari della Francia dalla scuola di Grignon ai metodi agrari della Gran Bretagna. Intorno al 1870, allorché si istallò la Repubblica in Francia e decaddero i Borboni in Italia, il Duca, accompagnato da Elisa Croghan, ritornò in patria, a Torremaggiore. Qui, avvalendosi degli studi fatti e dei consigli dell’illustre botanico Croghan padre di Elisa, si prese cura dei suoi estesi fondi, migliorando i metodi di coltivazione, sostituendo alla forza dei cavalli e degli uomini, quella del vapore, facendo giungere dall’Inghilterra e dall'America nuove macchine agrarie. In questo contesto furono impiantati nuovi oliveti ed innestati quelli esistenti con la varietà importata da quella soave terra francese, la Provenza, di cui Egli stesso era originario (la Borgogna era un tempo l’alta Provenza) e che ben sposò l’ambiente adottivo dando come prodotto quel nettare dorato dall’inconfondibile gusto e profumo. Il Duca fu il primo ad introdurre in Puglia e ad impiantare per proprio uso a Torremaggiore, nel Trappeto posto, in tre vasti ambienti suddivisi da due archi, nel fossato dell’ala sud del Castello, il Mulino a Fuoco e i torchi per trarne l’olio, nel numero di quattro muniti ciascuno della relativa fossa di raccolta di felicissima invenzione che venivano curiosati da non pochi abitanti dei paesi circonvicini”… (liberamente tratto dagli scritti di Mario Fiore e di Emanuele Jacovelli)