IL BRIGANTE ED IL GENTILUOMO Il brigante e il gentiluomo II | Page 47

Passarono mesi sereni, alleggeriti del peso insopporta- bile del dolore, mesi strani che sembravano vuoti e pieni, crolli emotivi colmati dalla presenza dell’amico, dalla sua vicinanza dal suo affetto, fu in quei mesi che scoprì la Pro- venza, che vide di nuovo quella stessa vegetazione che cre- sceva sul suo territorio, si sentì a casa vedendo gli ulivi forti crescere rigogliosi come nelle sue terre, nacque in lui un amore speciale, qualcosa che lo legava all’agricoltura e alla terra, un desiderio di vedere il mondo crescere e andare avanti, di continuare a vivere lasciando un segno eterno nella terra, quelle piante che sarebbero sopravvissute a lui e a tutto il resto. Poi arrivò Elisa. Entrò un giorno nella stanza mentre il padre stava illu- strando al principe la tecnica di innesto da praticare su al- cune piante esotiche che da poco gli erano arrivate e di cui andava assai fiero. ─ Padre. Michele sentì una voce dolce e delicata dietro di lui, le vibrazioni delle corde vocali che sembravano accarezzarlo. Si voltò per vedere chi fosse rimanendo estasiato dalla bel- lezza travolgente ed allo stesso tempo angelica della ra- gazza che gli si presentava davanti. Sentì il cuore che credeva ormai morto accendersi, bat- tere, lo stomaco riempirsi di un vuoto caldo, la voce venir- gli meno, si sentì inebriato da quella bellezza, dalla pelle giovane, gli occhi profondi che ti scavavano dentro, le lab- bra fini di un rosa pallido che risaltava sulla pelle chiara. - 38 -