IL BRIGANTE ED IL GENTILUOMO Il brigante e il gentiluomo II | Page 46
che provava scivolare via, colmato dal calore di un amico
che non pensava di poter avere, scoprì un sentimento
nuovo, un legame speciale che non gli chiedeva niente in
cambio se non il suo rispetto e la sua compagnia.
L’uomo che aveva davanti, Ugo Croghan, non era solo
un buon conversatore ma anche un illustre botanico in-
glese, conoscitore della scienza e delle ultime scoperte
dell’uomo.
Era l’amico che avrebbe cambiato la sua vita, salvan-
dolo dall’oblio.
La loro amicizia crebbe sempre più col tempo fino a
raggiungere gradi d’intimità. Si frequentarono raccontan-
dosi le loro storie, scoprendo uno l’anima dell’altro e com-
prendendosi a vicenda. Era come se si fossero conosciuti
da sempre e finirono per diventare un duo che si aggirava
per Parigi trascinando i lunghi cappotti, sedendo ai bar e
nelle piazze, discutendo con i passanti e nei salotti bor-
ghesi.
Michele trovava in Ugo una cultura immensa da cui at-
tingere e crescere, ma ciò che più lo affascinava erano le
rilevanti conoscenze scientifiche; poteva stare ore ad
ascoltarlo senza nemmeno accorgersi del tempo che pas-
sava.
Fu da lui che imparò i reconditi segreti dell’agricoltura,
da lui apprese l’esistenza delle nuove miracolose
macchine frutto della rivoluzione industriale inglese. Fu
in quelle cir-costanze che iniziò a delinearsi il
percorso di riforme dell’agricoltura che avrebbe
permesso lo sviluppo e l’in-cremento della produzione
nelle avìte masserie allorchè fosse tornato in Italia.
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