IL BRIGANTE ED IL GENTILUOMO Il brigante e il gentiluomo II | Page 43

pervaso dalla nostalgia struggente , passava le giornate bevendo nel tormento del ricordo della tragedia che aveva vissuto cercando di dimenticare , di dimenticarsi . Si era accorto nel tempo di come quel signore lo guardasse , aveva ricambiato spesso lo sguardo a volte accennando un forzato sorriso . Il loro rapporto era proseguito così , come una tacita conoscenza fino a che un giorno l ’ uomo si era avvicinato mettendogli davanti un bicchiere di pregiato vino provenzale . C ’ era un vociare che riempiva il locale di parole francesi , inglesi , spagnole … Marinai ubriachi , clochards e nobili si mischiavano nei fumi della locanda dove nessuno rendeva conto a nessuno e ognuno annegava nell ’ alcool , perdendosi negli interni segreti . L ’ aria era greve e l ’ atmosfera cupa , le pareti scalcinate rendevano però l ’ ambiente più familiare , più caldo e meno sterile dei cafés frequentati dall ’ alta borgesia . L ’ oste aveva un nome impronunciabile , dei fini baffi arricciati e un grosso doppiomento sudato . Serviva i suoi clienti senza nemmeno alzare lo sguardo e relegava a due colossi turchi chiunque alzasse troppo il gomito o fosse in vena di crear fastidi . Nella bettola si poteva trovare di tutto , dai vini più costosi alle bevande imbevibili servite in bicchieri sporchi agli ubriaconi del quartiere . I due uomini rimasero seduti accanto , bevvero senza dirsi niente , continuarono a sorseggiare , concedendosi solo qualche sguardo e qualche cenno . Lo stesso avvenne nei giorni seguenti ; ogni volta che
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