IL BRIGANTE ED IL GENTILUOMO Il brigante e il gentiluomo II | Page 42

stato. Elisa era visibilmente preoccupata, vedeva che qual- cosa aveva turbato l’uomo che amava, immaginava qual- cosa ma non voleva andare in fondo, non voleva chiedere, costringerlo a sprofondare ancora in quei ricordi che an- cora lo tormentavano. Michele provò a sorridere per tran- quillizzarla, ci riuscì o almeno così pensò. La vide perdersi nei suoi occhi, la vide perdersi in lui come quando si erano conosciuti. ─ Somigli proprio a tuo padre – disse il Principe – l’uomo che mi ha salvato la vita. Gli tornò in mente il volto di Ugo, sentì la sua voce risuonare per la sala, sentì l’odore forte della stanza dove coltivavano e sperimentavano ogni sorta di piante, l’odore dei bistrot, il sapore del vino e dei pasti consumati insieme, le lunghe serate a discorrere. Ripensò al padre di Elisa, alla circostanza in cui lo co- nobbe negli ormai lontani giorni della disperazione, esi- liato e con un’esistenza senza scopo, dopo aver perso la donna amata e i due figli … Gli si parò innanzi l’eccentrica figura di Ugo Croghan quando, per la prima volta, l’incontrò in una bettola nei pressi del porto. Era un signore dalle fattezze anglosassoni con dei folti baffi giallognoli, vestiva elegantemente alla maniera degli stranieri ed incuteva rispetto, ma senza al- cuna violenza. Era un rispetto che nasceva da un’eleganza particolare, da un modo di muoversi, di parlare. L’aveva visto di tanto in tanto negli stessi luoghi in cui, - 34 -