IL BRIGANTE ED IL GENTILUOMO Il brigante e il gentiluomo II | Page 4

….. si narra che il giovin Michele De Sangro, degli antichi duchi di Borgogna, conte dei Marsi, ultimo principe di San Severo e di Castelfranco, duca di Torremaggiore, marchese di Castelnuovo e di Casalvecchio, barone di Fiorentino e di Dragonara, utile di Cantigliano, di Torre e Porto di Fortore e di Sant’Andrea, Grande di Spagna di prima classe, durante uno dei suoi soggiorni nella capitale partenopea si fosse innamorato, contraccambiato, della figlia del principe Ruffo-d’Espinosa. Il loro rapporto era ostacolato e col tempo si raffreddò sicché, ella, trascorso del tempo, convolò a nozze non desiderate con altro nobile di pari rango… Il De Sangro continuò a corteggiare la bella del cuore la quale, riaccesasi la fiamma della passione, abbandonò il marito per seguire il Principe. I due amanti si nascosero e rifugiarono presso la masseria Camerata” di Torremaggiore che divenne la loro alcova. Nacquero due bambini, e questo per l’epoca fu di grandissimo scandalo, ma a causa dell’intervento del Re, a cui erano ricorsi il marito ed il padre di Lei, Michele, esiliato, dovette rifugiarsi a Parigi dove provvide a far costruire una splendida villa sulla Senna. Approntato che fu il nido d’amore chiamò a raggiungerlo la Ruffo con i figli. Durante il viaggio che la Contessa affrontò per raggiungere l’amato, durante un violento fortunale, i suoi bambini vennero scagliati in mare; ella si tuffò nel tentativo di salvarli, ma nella furia delle onde perirono tutti. Il Duca di Torremaggiore cadde nello sconforto per la disgrazia occorsagli e si fermò stabilmente a Parigi per non incorrere nelle rappresaglie e per fuggire il ricordo della felicità trascorsa. Quivi strinse amicizia con Ugo Croghan, eccellente botanico inglese, il quale gli aprì i misteri della propria scienza, che tanto gli sarebbero tornati di giovamento nella coltivazione dei suoi latifondi.