IL BRIGANTE ED IL GENTILUOMO Il brigante e il gentiluomo II | Page 39

costruire una splendida villa sulle rive della Senna dove avrebbero vissuto, dove i suoi figli sarebbero cresciuti di- ventando come lui, in una terra nuova che avrebbero fatta loro. Attese giorni e giorni mentre l’angoscia saliva mentre pensieri che non voleva si facevano strada come ombre ghignanti dentro di lui. Poi vagando per le locande del porto incontrò un uomo. Mentre gli parlava, mentre i suoi occhi sconvolti lo esploravano dentro, mentre la disperazione traboccava dal suo cuore e le lacrime gli rigavano il volto, sentì come il bisogno di colpirlo, di distruggere tutto, di rovesciare i ta- voli, spaccare le finestre, colpire selvaggiamente tutto quello che gli stava dinanzi. Bruciare tutto. Bruciare, bru- ciare … bruciare Parigi. Riprese conoscenza ore dopo; l’avevano tenuto fermo, avevano dovuto legarlo, avevano atteso che si riprendesse con sentimenti di umana comprensione … la camicia era sporca di sangue, il volto tumefatto, le mani distrutte. L’uomo era ancora lì, anche lui insanguinato; mentre lo stringeva forte gli mormorava “messieu messieu, mi di- spiace … mi dispiace”. Lui pure lo abbracciò lasciandosi andare in un pianto dirotto. Rimasero lì, come due bambini che si stringono l’uno all’altr