IL BRIGANTE ED IL GENTILUOMO Il brigante e il gentiluomo II | Page 24
giorno al palazzo.
─ No Michele non ne so niente, è morto fucilato anni
fa … non pensare a queste cose, pensa a star meglio e a
guarire.
Guarire … pensò Michele. Da questo male non si può
guarire …
Sentì il cuore scaldarsi, si sentì in pena per lei, così dolce
e premurosa, pensò di avere sbagliato, un vecchio …,
avrei dovuto lasciarla a un uomo più giovane, più degno
… non io, l’ultimo principe di una stirpe maledetta, il prin-
cipe di San Severo, l’ultima testimonianza di un sangue an-
tico, vecchio, finito, senza eredi …, ma era inevitabile che
finisse così … soffrirà, soffrirà tanto e sarà stato solo per
colpa mia.
Quella notte dormì profondamente, senza sognare,
senza pensare, dormì e basta. Un sonno vuoto senza echi
del tempo che si perdessero nella notte … solo qualcosa,
una piccola ombra, un rancore antico sembrò passare ve-
landogli il viso nel buio dei ricordi in cui lentamente spro-
fondava.
Il mattino seguente si svegliò presto, il corpo era meno
intorpidito, la bocca meno asciutta, non sentiva dolori e le
energie vitali scorrevano di nuovo dentro di lui. Ci mise un
po’ a rendersi conto che stava bene, dopo il peso della sof-
ferenza l’assenza di dolore era una sensazione inaspettata,
sconosciuta, si sentì pieno di forze con una gran voglia di
uscire, di sentire l’aria fresca, vedere le sue terre, sentire il
sudore scorrere sulle tempie.
Aveva la sensazione che fosse uno di quegli istanti di
lucidità, di energia, come un colpo di coda, l’ultimo assalto
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