I PIACERI DELLA VITE NUMERO ZERO - DIC 2016 | Page 13

le lasagne di zia , roba che lui una cosa così non l ’ ha mai assaggiata ... Tuttavia la realtà dell ’ export è molto lontana dalla favoletta appena rappresentata . Il fatto positivo , molto positivo , è che ad oggi praticamente in tutto il mondo si beve vino ( fatta eccezione per quei pochi Paesi che per motivi religiosi e culturali non consumano bevande alcoliche ). Altro fatto positivo è che si stanno sviluppando trend di crescita paurosi , con incrementi che raggiungono le due cifre . Per qualche motivo il mondo si sta accorgendo del vino in generale e del vino italiano in particolare , quindi quei produttori che stanno investendo risorse per cercare di vendere all ’ estero in linea di massima non stanno buttando via i loro soldi . Però , visto che siamo abbastanza sicuri che il Principe Azzurro non esista , bisogna capire a fondo come meglio muoversi . Lontano dal voler essere un manuale
dell ’ export da seguire pedissequamente , questo articolo vuole tuttavia sottolineare alcuni punti di semplice buon senso , che potrebbero aiutare i produttori a capire meglio cosa fare . Innanzitutto , bisogna dire che avere l ’ obiettivo di vendere all ’ estero significa essere un po ’ vaghi . L ’ estero , per definizione , è tutto ciò che è fuori dai confini italiani : nordeuropeo , Russia , Cina , Stati Uniti , ma anche Africa , sud America e via dicendo . Quindi , a meno di non essere una multinazionale , è irrealistico , oltre che ingenuo , pensare di poter arrivare ovunque . Questo perché il vino non è solo uva fermentata . Il vino è principalmente un prodotto che essere apprezzato e , soprattutto , comprato , richiede una certa sintonia culturale . Le prime domande da frasi sono quindi le seguenti : siamo in sintonia con i gusti e le abitudini delle nazioni nelle quali vogliamo far bere il nostro vino ? Sappiamo come raccontarci , come sfruttare il
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