I PIACERI DELLA VITE NUMERO UNO - FEB 2017 | Page 83

davvero troppo poco anche per il contesto italiano , nel quale comunque il commercio elettronico vale , sul totale del retail , almeno il 4 %. Il vino ha quindi numeri 20 volte più bassi della media di tutte le altre categorie merceologiche . Questo è il bicchiere mezzo vuoto . Se , però , vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno , questi numeri lasciano intravedere anche gli ampi margini di crescita che in prospettiva potrebbero tradursi , prima o poi , in un grande “ boom ” di vendite . Un po ’ come è avvenuto ad esempio per la moda , una categoria merceologica partita con grande lentezza nel commercio elettronico , ma che poi negli ultimi anni ha conosciuto uno sviluppo vertiginoso . Anche in questo caso si parlava inizialmente di difficoltà strutturali legate alle car a t t e r i s t i c h e intrinseche del prodotto e all ’ i m p o r t a n z a dell ’ esperienza di acquisto in negozio . Eppure grazie alla presenza di operatori illuminati che hanno tracciato la strada e inventato nuove tecniche di vendita , i problemi iniziali sono stati affrontati e risolti , trasformandosi in punti di forza . Per vendere il vino on line sarebbe auspicabile fare un po ’ la stessa cosa , sfruttando soprattutto quella che è la vera forza del vino italiano : la sua grande varietà . Oggi è molto complicato per un appassionato entrare in contatto con tutte le specificità di territori lontani da lui . Fatte le dovute differenze , solitamente i vini di una certa zona di produzione si vendono soprattutto nell ’ area geografica di appartenenza .
Ecco quindi che per un piemontese , ad esempio , può diventare complicato assaggiare un buon autoctono siciliano dell ’ Etna : probabilmente potrà riuscire a trovarne in grande distribuzione qualche espressione di una delle grandi realtà produttive siciliane , ma difficilmente potrà reperire i prodotti delle piccole cantine , quelli che davvero esprimono al massimo le caratteristiche di quel “ terroir ”. Già soltanto rimescolare il mercato interno farebbe benissimo alle vendite totali del vino . Poter entrare in contatto con realtà vitivinicole lontane potrebbe sollecitare la nostra curiosità e far decollare definitivamente il commercio di vino online . E , perché no , potrebbe avere interessanti ricadute anche sul turismo enogastronomico . Quale miglior biglietto da visita per una masseria pugliese o per un agriturismo abruzzese di una buona bottiglia di vino prodotta in loco ? Ma quali sono i motivi per cui il vino su internet stenta a partire in
Italia ? Beh le ragioni sono diverse , alcune intrinseche al prodotto vino ed altre dovuti ai contesti economici generali . Prima di tutto il vino nella nostra penisola è generalmente un prodotto di facile reperibilità . Ormai c ’ è un bar , un winebar o enoteca anche nel più piccolo paese italiano . E non scordiamoci l ’ ormai onnipresente GDO , che vende quasi il 70 % del vino totale ( dati di winemonitor . it ). Ecco quindi che la grande diffusione di punti vendita diretta finisce per penalizzare particolarmente le vendite online . In realtà la
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