I PIACERI DELLA VITE NUMERO 5 - DICEMBRE 2017 | Page 79

Anche perché la storia di questa nobi- le coltura accompagna da sempre il nostro presente e passato. Infatti, già con le primissime civiltà si svilupparo- no tecniche produttive molto raffinate, che poi grazie all’Impero Romano, si diffusero dall’Oriente fino in Europa. In seguito, furono soprattutto i Monaci Benedettini a fornire un grande contri- buto ed impulso, insieme alla tradi- zione erboristica, anche alla produ- zione vitivinicola. Essi erano quasi “ossessionati” dalla qualità, tanto che, du- rante il Me- dioevo, nac- que una vera e propria com- petizione tra le varie Abba- zie, che diven- nero subito molto famose per il loro vi- no. Questa ini- zialmente era considerata la sola bevanda conservabile e sicura e, per lo più, veniva consumata da persone facol- tose. Nei se- coli successivi la competizione con altre bevande di importazione quali tè, cioccolato e caffè, oltre che con la birra ed altri distillati, portò il vino a perdere il suo primato, ma anche a far sì che i pro- duttori ne raffinassero ancora di più la qualità. Ma è solo nel XIX secolo che si raggiunse la massima euforia vitivi- nicola, tanto che l’economia di molti paesi in quel periodo storico si basa- va proprio sulla produzione di questo prodotto. Ed è grazie ad un così lungo passato legato alla cultura enologica se oggi la medicina tradizionale vanta un così grande numero di fitopreparati a base di vite e di prodotti derivati dalla fer- mentazione dell’uva, da soli o mesco- 54 lati con altre sostanze, ma sempre impiegati come medicamento. Già molti testi dell’antichità, dalla Bibbia all’Iliade e all’Odissea, elencavano ed elogiavano le numerose proprietà curative del vino. Tante sono anche le testimonianze del- la tradizione popolare che tramanda- no l’uso del vino come rimedio a qual- siasi tipo di patologia. Per l’anoressia, ad esempio, si consigliava di bere vi- no bianco nel quale era stato macerato dell’assenzio; per il mal di gola si consi- gliava di bere vino molto caldo e fare gargarismi con aceto puro o diluito; per gli eritemi infantili, di spruzzare vino sulla parte interessata; per l’emicrania consigliavano di applicare sulla fronte fazzoletti imbevuti di acqua e aceto, come per far scendere la febbre; per l’infarto consigliavano di bere cognac o grappa e di massaggiare la zona pre- cordiale con dell’alcool. E poi il vino veniva usato anche come anestetico e come rimedio all’insonnia e tanti altri esempi ancora si potrebbero elencare. Oggi è quantomeno dimostrato che le sue proprietà prevengono le malattie cardiocircolatorie, tanto che nei popoli del sud Europa (Italia, Belgio e Spagna) che producono e consumano vino per kkkkk 79