I PIACERI DELLA VITE NUMERO 5 - DICEMBRE 2017 | Page 66
Vedo il mio blog più come un diario di viaggio
senza lucchetto, come una bozza – o un bozzolo –
di un “libro” scritto nei ritagli di tempo, spesso di notte,
dopo degustazioni o lunghi viaggi in auto...
modo di vedere le cose non ha senso di esi-
stere, per il semplice fatto che sono e resta-
no due mondi differenti per quanto molti
giornalisti oggi siano anche blogger. Io, ad
esempio mi guardo bene dall'occuparmi di
cronaca o di critica proprio perché credo
che questo non sia pane per i miei denti e
che sia opportuno che a farlo siano profes-
sionisti della “notizia”. Io racconto, vedo
il mio blog più come un diario di viaggio
senza lucchetto (il termine blog deriva pro-
prio da web-log, ovvero “diario in rete”),
come una bozza – o un bozzolo – di un
“libro” scritto nei ritagli di tempo, spesso di
notte, dopo degustazioni o lunghi viaggi
in auto casa-vino o vino-casa. Credo che
raccontare ciò che viviamo, esprimendo le
proprie sensazioni, i propri pensieri e maga-
ri, a volte, dire la propria riguardo un deter-
minato argomento enoico di pubblico domi-
nio, non sia solo un diritto di tutti, ma
a volte sia persino terapeutico! Per questo
invito sempre tutti gli amici ad aprirsi un
blog per scrivere delle proprie passioni o del
proprio lavoro. Perché scrivere non significa
imporre a qualcuno di leggerci e sarà sem-
pre il lettore a decidere cosa leggere e cosa
non leggere, quale link cliccare e quale tra-
lasciare. E' importante, però, no n cercare di
sostituirsi ai giornalisti, perché in quel caso
comprenderei e molto il malcontento della
categoria >> .
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■ Nei precedenti numeri abbiamo in-
tervistato alcuni grandi comunicatori
del mondo del vino come Daniele Cer-
nilli e Bruno Vespa, giusto per cita-
re quelli che hanno meno bisogno
di presentazioni. Nonostante il loro
grandissimo sforzo e quello dei tanti
divulgatori che portano avanti la cul-
tura del vino, l'idea che ci siamo fatta
é che ancora ci sia molto da dire e da
fare per raccontare l'infinità di storie
grandissimo sforzo e quello dei tanti
divulgatori che portano avanti la cul-
tura del vino, l'idea che ci siamo fatta
é che ancora ci sia molto da dire e da
fare per raccontare l'infinità di storie
e di realtà dello Stivale enologico che
meritano di essere valorizzate e inve-
ce restano ancora quasi sconosciute ai
più. A questo proposito, quali sono le
prossime tappe enoiche che Saverio
e “ Wineblogroll ” hanno già messo a
cantiere per i prossimi mesi?
<< Non è forse questo il bello del vino ed
ancor più dell'Italia enoica? Non finiremo
mai di raccontarla tutta ed anche quando
avremo l'impressione di non aver più nulla
da dire, spunterà qualcosa di nuovo da
vivere, da conoscere, da assaggiare e da
condividere. Sul modo e sull'evoluzione
della comunicazione “generalista” del vino
c'è sicuramente ancora molto da fare, ma
sono più che positivo perché, ora come ora,
i mezzi ci sono, basta prenderne atto e
farne buon uso.
Riguardo le mie tappe, diciamo che ottobre
e novembre sono mesi notoriamente ricchi
di manifestazioni enoiche e per me, che
amo andare per cantine, è sempre difficile
trovare i produttori, impegnati nel post ven-
demmia, giustamente, a dover presenziare
a questi eventi: il vino è bellissimo farlo,
ma poi sono gli stessi produttori, spesso, a
doverlo portare in giro per l'Italia e per il
mondo per farlo conoscere e per venderlo!
E quindi mi dedicherò anch'io ad alcuni di
questi eventi. A fine mese, però, sarà Pie-
monte per godermi quei pochi ettari rimasti
di Carema, per poi spostarmi in Friuli,
Trentino, Sardegna e dedicare qualche
ritaglio di tempo alle più vicine Toscana,
Umbria e Marche. Dal 2018 spero di poter-
mi dedicare molto di più al Sud, tornando
in Puglia, Irpinia, Calabria e Sicilia alla sco-
perta di nuove realtà da condividere”.