I PIACERI DELLA VITE NUMERO 5 - DICEMBRE 2017 | Page 65
Non mi sento un esperto,
ma continuo a vedermi come
un curiosissimo appassionato che,
giorno dopo giorno, impara sempre
qualcosa di nuovo...
Ritieni che si farà un ulteriore passo
verso questa condivisione virtuale,
oppure pensi che, per capire a fondo
un prodotto così emozionale, serva
necessariamente tornare al semplice
contatto diretto, il che significa ap-
procciare personalmente ai Produt-
tori, andarli a trovare in fiera o di-
rettamente cantina, parlare con loro
e conoscere i loro vini attraverso il
proprio palato, anziché da un sem-
plice post su facebook?
<< Credo che il web e, nello specifico, blog,
portali, social network e, perché no, anche
le stesse guide di settore, debbano fungere
da viatico per il ritorno al contatto diretto.
La rete – lo dice il nome stesso – ha un
potere immenso di arrivare a bacini di
utenza impensabili fino a pochi anni fa per
dimensioni e targetizzazione e tutto questo
dovrebbe essere visto come una grande
opportunità per i comunicatori di far ascol-
tare/leggere ciò che hanno da dire/scrivere
e anche per i produttori stessi che possono
mostrare l'unicità del proprio territorio,
far comprendere meglio la durezza e l'incer-
tezza del proprio lavoro (vedi gli aggiorna-
menti su gelate, grandinate e siccità che
grazie ai produttori stessi tutti noi appas-
sionati abbiamo potuto avere in tempo rea-
le da più parti d'Italia grazie ai social)
o attirare l'attenzione sui propri vini.
Oggi si può avere una comunicazione
“organica” sia diretta che indiretta, che non
scada nella mera pubblicità, ma muova
e crei interesse intorno al vino. Quello che
cerco di fare io, nel mio piccolo, è racconta-
re le impressioni e le emozioni legate ad un
viaggio, ad un incontro e/o ad un assaggio,
confidando di creare una sorta di virtuale,
ma concreta empatia che spinga e stimoli
il lettore a salire in macchina e ad andare
a scoprire quella cantina, a conoscere quel
produttore o quella produttrice e ad assag-
giare quel vino”.
■ Ora vorremmo focalizzare meglio,
insieme a te, la figura del “blogger”: da
alcuni anni, grazie alla rete, è di fatto
esplosa questa nuova e influente figu-
ra, dai contorni però non ancora ben
definiti. Di base il blogger è un esper-
to divulgatore di una determinata ma-
teria che, con dedizione e costanza, si
cimenta nella creazione di contenuti,
come recensioni, articoli ed esperien-
ze dirette, che diffonde rapidamente
attraverso il web. Non può definirsi
un semplice appassionato, perché
spesso questa passione iniziale finisce
per diventare un secondo lavoro o
anche l’attività principale. Nella mag-
gior parte dei casi non è nemmeno
un giornalista, tuttavia i suoi articoli o
servizi, specie su settori specifici come
quelli del vino, sono a volte anche più
approfonditi di quelli di un profilato
reporter di una testata nazionale. Ep-
pure, specie in campo vinicolo, sono
in molti che spesso ne contestano
l’affidabilità e, in molti casi, anche
l’effettiva terzietà. Per non parlare poi
di quei casi in cui si finisce per scade-
re clamorosamente nella più evidente
delle “marchette”. Vivendo la questio-
ne in prima persona con la tua attività
di wineblogger, che idea ti sei fatto
della tua categoria e cosa fai in prima
persona per garantire la qualità e la
genuinità dei tuoi contenuti ai tuoi
affezionati followers?
<< Sul fatto che il blogger sia necessaria-
mente un “esperto” ti contraddico subito,
in quanto io in primis non mi sento un
esperto, ma continuo a vedermi come un
curiosissimo appassionato che, giorno dopo
giorno, impara sempre qualcosa di nuovo.
Per quanto concerne la moderna dicotomia
che vede i comunicatori divisi in due “ fazio-
ni”, con i giornalisti da un lato ed i blogger
(quelli “non giornalisti”) dall'altro, a mio
hhhhhh
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