I PIACERI DELLA VITE NUMERO 5 - DICEMBRE 2017 | Page 45

nome non è stato reperito in nessuna opera ampelografica del passato. Nemmeno il proprietario dell’azienda nella quale fu ritrovato aveva docu- mentazioni storiche o notizie traman- date riguardanti le sue origini. L’unica ipotesi attendibile, che rimane comun- que priva di conferme, riguarda il suo nome, che si pensa derivi dalla forma del suo piccolo grappolo, così tozzo e raccolto, che un po’ ricorda quella di una mano chiusa a pugno. Quel che è certo è l’unicità delle sue caratte- ristiche morfologiche e fisiologiche stabilita attraverso l’analisi del DNA. Analisi che, tra l’altro ha permesso di escludere ogni sua possibile relazione con il vitigno siciliano “Pignatello”. In generale, il Pugnitello è una pian- ta che presenta un ottima resistenza alle più comuni malattie parassitarie e che dona frutti di buona vigoria, con acini dalla buccia piuttosto spessa, coriacea e ricca di sostanze pigmen- tanti. Tuttavia, la sua limitata capaci- tà produttiva, dovuta soprattutto alle ridotte dimensioni dei suoi grappoli, ne aveva decretato la quasi totale scomparsa dalle campagne toscane, soppiantato da vitigni a maggiore resa che permettevano di produrre gran- di quantità di vino. Almeno finché, nel 1987, l’Università di Firenze fece parti- re fJJJJJ re il progetto di raccolta del patrimo- nio varietale viticolo toscano, proprio con lo scopo di salvaguardare le specie autoctone meno diffuse e utilizzate dal rischio di estinzione. Finalmente, nell’- Aprile 2002, si arrivò al suo inserimen- to nel Registro Nazionale della Varietà della Vite . Eppure, se ancor’oggi il pugnitello ri- sulta essere un vino praticamente sco- nosciuto al mercato, è perché soltanto una ristretta cerchia di aziende ha vo- luto davvero investire sulla tipicità di queste uve. Una di queste aziende è senza dubbio l’aretina “Fattoria Santa Vittoria” di Marta e Francesco Niccolai, che abbiamo avuto modo di visitare nell’ottobre scorso. Si tratta di una splendida tenuta nelle campagne di Foiano della Chiana, il cui fulcro è una storica cantina-museo costruita dai Conti Mancini Griffoli intorno alla metà del XIX secolo. Un luogo in cui tradizio- ne e sperimentazione si fondono per- fettamente: 35 ettari di vigneto ( colti- vati secondo i principi della Lotta Inte- grata) in cui si alternano vitigni autoc- toni più comuni, quali Grechetto e San- giovese, Trebbiano e Malvasia (per un ottimo Vin Santo prodotto con meto- do tradizionale) e varietà internazio- nali come Merlot, Cabernet, Semillon, Traminer. Ma troviamo anche Incrocio Manzoni Bianco llllllll Vista panoramica sui vigneti di Fattoria Santa Vittoria nelle belle campagne di Foiano della Chiana (AR). Nei 35 ettari aziendali, oltre al pugnitello, sono coltivate varietà tradizionali come il Sangiovese e alcuni internazionali. La gestione dei vigneti è affidata alla trentennale esperienza di Emilio Parati che si occupa della cantina unitamente all’enotecnico Claudio Guerrini. 48 45