I PIACERI DELLA VITE NUMERO 5 - DICEMBRE 2017 | Page 28

fino alle materie prime impiegate per i prodotti finali. Tutto questo solo per cercare di ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente. Anche grazie alle condi- zioni ideali del suolo, della collina e alle condizioni climatiche, che hanno permesso una drastica riduzione di solfiti, l’intera gamma dei vini (ma an- che l’olio extravergine) è certifica BIO. L’utilizzo della carta per attività di marketing è stato gradualmente ban- dito in favore del digitale (wow!) perché, come dicono qui “ la miglior carta è sempre quella non utilizzata” . Unica eccezione a questa regola è una bellissima brochure a libro, stampata però in un solo pezzo e sfogliabile unicamente in azienda. E poi, in oltre il 40% della superficie aziendale è stata mantenuta la copertura boschiva: una scelta che consente di mitigare ulte- riormente la “Carbon footprint” e arri- vare verso il bilancio attivo per quanto riguarda l’immissione di ossigeno nel- l’ambiente. Per non parlare dell’intelli- gente ricorso alle energie rinnovabili (dal solare termico fino al geotermico) che, comunque, non vengono utilizzate in modo massiccio. Merito delle strut- ture stesse che possono vantare un fabbisogno di energia molto limitato, anche jjjjjjj 28 anche perché, ci ricordano qui, che “ la migliore energia è quella non prodot- ta ”. Basti pensare che grazie all’impie- go di malte naturali e di massi ciclopici ritrovati durante lo scavo, la stessa cantina gode di una naturale “ climatiz- zazione”, che non necessità assoluta- mente di energia per regolarne la tem- peratura. Questi sono solo alcuni e- sempi di quanto è stato realizzato in questo curatissimo fazzoletto di terra delle colline aretine, ma bastano e avanzano per capire perché nel 2014 Podere di Pomaio si è aggiudicata il premio “Terre Fiorenti” come azienda più innovativa della Toscana; o per comprendere i motivi dell’inserimento della moderna ecocantina aziendale ( progettata secondo i dettami della Bio-Architettura) tra le 14 cantine più belle della regione secondo il progetto “Toscana Wine Architecture”. Ma questa maniacale attenzione verso il paesaggio e la natura non è assolu- tamente fine a stessa, perché poi, degustando i prodotti finali, si esplica in qualcosa di davvero tangibile. E se a tutto ciò aggiungiamo l’ottima espo- sizione dei vigneti, il terreno drenan- te e ricco di scheletro, l’altitudine e le buone escursioni termiche che ne kkkkk 27