I PIACERI DELLA VITE - NUMERO 2 - APRILE 2017 | Page 55

che e veicolarli verso le narici può essere quello di usare le mani per avvolgere contemporaneamente la tazzina e il naso , cercando di replicare l ’ effetto che si ottiene con il classico calice a tulipano usato per concentrare i profumi dei vini . L ’ olfatto è già un potentissimo strumento di valutazione della qualità del caffè e della varietà di aromi che vi si possono percepire . Banalmente potremmo dire che un buon caffè non emana semplicemente solo aroma di caffè : chiudendo gli occhi e provando di concentrarsi sulle sole sensazioni nasali è infatti possibile percepire un vero universo di fragranze , che spazia tra note acide di frutta , note floreali , note dolci di c a r a m e l l o , c i o c c o l a t o o vaniglia , fino a sentori di spezie o tabacco . Per meglio orientarsi può essere utile consultare la cosiddetta “ Ruota degli aromi e dei sapori del caffè ”. A questo punto , passando per le papille gustative , potremo ultimare la nostra analisi rendendola ancor più appagante . Il caffè va sorseggiato lentamente , facendo in modo , prima di deglutirlo , di aver bagnato l ’ intera superficie della lingua : in questo modo potremo valutare le intensità dei 4 gusti fondamentali : amaro , acido , dolce e sapido . E ’ chiaro che trattandosi di un prodotto che ha subito un processo di tostatura presenterà sempre e comunque una forte nota amara inalienabile , che è appunto definita “ macrosensazione ”. Ecco perché , al di là di abitudini e gusto personale , il caffè andrebbe hhhhhh
sempre bevuto senza averlo zuccherato , per non snaturarlo . I degustatori professionisti in realtà si cimentano anche in assaggi di caffè dolcificati , ma il motivo è semplicemente quello di testare il prodotto in funzione del gusto e delle abitudini più diffuse nella maggior parte dei consumatori . In bocca potremo inoltre valutare le caratteristiche sensazioni tattili , riconducibili alla viscosità e all ’ astringenza propria della specifica miscela di caffè . Da considerare infine il retrogusto nasale , un ’ avvolgente o l f a - zione
indiretta che si manifesta dopo la deglutizione . Questa è la fase conclusiva , che risulta fondamentale per valutare la persistenza degli aromi . Ora , siamo i primi ad essere coscienti che le suddette indicazioni rappresentino soltanto le basi per iniziare a degustare un espresso nei giusti modi , ma siamo altresì sicuri che , già solo cominciare ad approcciarsi a questo mondo in modo più consapevole , potrà davvero trasformare il semplice “ bere un caffè ” in un ’ esperienza sensoriale molto più piacevole ed appagante . ■
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