I PIACERI DELLA VITE - NUMERO 2 - APRILE 2017 | Page 33

zione, tanto che poi lui mi volle conoscere. All’epoca mi trovavo al SOL, il salone inter- nazionale dell’Agroalimentare che si svolge durante il Vinitaly, dove ero presente con gli oli della provincia di Taranto. Fu così che Gino venne al mio stand e da quel pri- mo incontro è poi nata una grande amicizia. Solo in seguito scoprì che in realtà ero lau- reato in enologia. Non appena lo seppe subito mi chiese perché mai non avessi ancora deciso di occuparmi anche di vino a livello imprenditoriale, con un’azienda tutta mia. Io non me lo feci ripetere due volte e fu proprio in uno dei tanti viaggi fatti con lui per cantine e frantoi in giro per l’Italia, che decisi di regalarmi, per i miei 40 anni, la mia prima vigna. Era il 2004 e da lì in poi, passo dopo passo, siamo arrivati a condurre circa 20 ettari, tra vigneti di proprietà e in affitto >>. ■ Durante l’ultima edizione della no- stra rassegna, WineDay 2016, abbiamo avuto il piacere di conoscere tua mo- glie Simona. Ciò che più ci ha colpito di lei è la sua autenticità e quella gran- de passione per il vino che condivide- te e portate avanti insieme. Quindi non ci sorprende se il vostro primo spumante, un metodo classico per giunta, porta proprio il suo nome. Ma al di là di questo, quanto è stata importante Simona per la crescita generale dell’Azienda Fino? << Quando penso a Simona parlo sempre di una compagna di vita e di vite. Lei è sempre stato un pilastro, un vero caposaldo dell’azienda, specie negli anni degli inizi della nostra attività, che assoluta- mente non sono stati facili. Lei ha abbando- nato la professione di Avvocato per dedicar- si agli aspetti commerciali e del marketing aziendale, fatto che mi ha consentito di concentrarmi totalmente sulla vigna e la cantina. Per tutto questo lei è stata una figura chiave nel corso di questi anni per l’azienda che abbiamo creato insieme, ognuno con il proprio “saper fare”… >> ■ Possiamo dire che in questi ultimi anni hai scardinato quasi tutte le "certezze" che, fino a qualche anno fa, delimitavano i grandi vini da tutto il resto. Sicuramente anche i consuma- tori sono cambiati e oggi sempre più abbandonano i luoghi comuni per cer- care qualcosa di nuovo. Siamo forse all'inizio di una nuova era in cui al centro c'è la bontà del vino, senza orpelli di marketing, basati su blasoni e su zone geografiche? Quando penso a Simona parlo sempre di una compagna di vita e di vite… 51 33