Fare Diversamente! Mi racconti di quando... a Rho | Page 57

ad appiattire i tappi di metallo delle bottiglie, poi nel cortile con abilità li scagliavamo alla base di un muro, il tappo che rimaneva più vicino vinceva.

Mio nonno rimase impressionato nel sentire la storia, vera o falsa che fosse, del sopranome del tram. A quel tempo il forno della locomotiva funzionava a legna. Quando la scorta finiva, per farlo andare avanti, i passeggeri dovevano scendere e andare per i campi in cerca di legna secca. Un giorno un giovanotto, che camminava zoppicando, salì per andare a Milano dove si doveva sposare; quando il tram giunse in periferia, non avendo più legna da bruciare si fermò. Il giovanotto andò in cerca di legna, ma non ne trovò. Allora disperato per il ritardo a quell’importante appuntamento si levò i pantaloni staccò la gamba di legno e la gettò nel forno, così il tram partì e da quel giorno, fu chiamato “El gamba de legnn“.

Anche se aveva poco più di dodici anni, e la scorta di cibo nella credenza era abbastanza per non soffrire più la fame, Gino voleva contribuire al fabbisogno della sua famiglia. Fernando, proprietario della campagna di Lucernate, gli affidò l’incarico di raccogliere con altri ragazzi i sassi dai prati. Era un lavoro un po’ ridicolo ma utile. I sassi servivano per delimitare il fosso per l’irrigazione, e una volta tolti dal terreno avrebbero lasciato spazio all’erba di crescere. Fernando, non aveva figli ed era un po’ irascibile.

Per ogni sasso non raccolto dai ragazzi gli dava un calcione nel sedere. Gino ne ha presi tanti, ma per fortuna l’erba cresceva in fretta e così, per non calpestarla, il lavoro finì.

Nel mezzo del cortile, quando si pompava l’acqua, il supporto dove scorreva la manovella della pompa era di ferro un po’ arrugginito e faceva un rumore strano come una tromba e forse è per questo che la chiamavano “la trumba”. Un giorno si guastò e per aggiustarla chiamarono “El Trumbè” (l’idraulico). Quando i ragazzi lo videro arrivare si misero a gridare! “Arriva El Trumbè, arriva El Trumbè”. Elgiola, uno dei primi idraulici di Rho, spingeva con forza un furgoncino carico di attrezzi e di qualche pezzo di ricambio. Era un uomo sulla cinquantina, un po’ robusto, con la sigaretta sempre fra le labbra. Alla vista di quei ragazzi pensò che forse avrebbe avuto bisogno di un garzone e, mentre riparava la pompa, incominciò a collaudare le loro capacità e disse: “Gino passami la pinza, passami la chiave inglese” e Gino si dimostrava sempre pronto. Poi a Felice disse: “Vai sul furgoncino a prendermi el papagal” (il giratubi). Felice si domandò: “Ma che cosa ne farà mai del pappagallo?”. “Sveglia, fa’ andà i gamb” disse ancora Elgiola. Quando Felice tornò dispiaciuto, esclamò: “Non l’ho trovato, forse sarà volato via”. Poi chiese a Graziano: “Vai a prendere il picc” (un mastice). Dopo varie ricerche nelle rimesse dei contadini, Graziano di corsa tornò e gli disse: "L'ho

57