Fare Diversamente! Mi racconti di quando... a Rho | Page 40

'Alla scuola media'

Nella memoria conservo l’immagine di me, bambina di dieci anni, con un maglioncino blu e una gonna, immobile davanti alla Scuola Media “Manzoni” di Rho, in cui sarei entrata da lì a poco.

Intorno a me la moltitudine dei ragazzi, il chiacchiericcio felice del loro ritrovarsi, le risate, i richiami…

Tra me e loro, pur vicini, nessun ponte. Non conoscevo nessuno, venivo da fuori, da un paese campagnolo.

Avevo gli occhi ben spalancati a guardare tutto quel movimento e quel rumore che mi attorniavano, mentre dentro di me si agitava il silenzio della timidezza, della solitudine e della paura. Per fortuna l’inizio dell’anno scolastico non dipendeva da me, l’avrei cancellato, come tenacemente cancellavo ogni gesto, temendo che altrimenti tutti mi avrebbero vista, scambiandomi per un maschio, a causa dei miei capelli corti e della mia inesistente bellezza.

Poi suonò la campanella.

Immagino di aver salutato mio padre e di essere entrata in quell’edificio così enorme, di pietra grigia, il cui unico accesso era la porta a vetri proprio sull’angolo smussato, con quei pochi gradini con le spallette larghe subito usate dai ragazzi come sedile.

Tutti dentro e io in 1^ A, seduta di fianco ad un’altra bimba con i capelli scuri e l’espressione dolce. Chiese il mio nome, dopo avermi detto di chiamarsi Daniela. Mi sentii rivivere, quasi mi avessero concesso la cittadinanza in un paese inospitale e il calore che mi pervase sciolse un po’ il senso di estraneità.

All’improvviso però qualcuno bussò alla porta ed entrò pronunciando il mio nome: ”Devi venire con me, in un’altra classe”. Messa al centro dell’attenzione, mi sentii avvampare e dovetti lasciare quel porto appena intravisto.

Fu la 1^D la mia destinazione e lo era perché lì c’era una compagna delle elementari i cui genitori avevano chiesto e ottenuto che venissimo messe insieme.

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