Fare Diversamente! Mi racconti di quando... a Rho | Page 33

Girata la prima pagina un pesciolino guizzò fuori. Martino incredulo si precipitò cercando di acchiapparlo per riporlo nell’acqua che aveva visto illustrata tra le pagine, ma ogni volta che pensava di averlo tra le manine il pesciolino usciva e sgusciava tra le dita. Affannato, lo stava rincorrendo quando a un tratto sentì una voce che diceva: “CIAOOO”

Si girò stupefatto…… e…… vide un granchietto tutto arancione che lo guardava incuriosito… “Sì.. dico proprio a te.. Come ti chiami? Io sono GELSOMINO… il granchio birichino!”.

Con la bocca spalancata e gli occhi increduli, balbettò il suo nome: “MAR….TI….NO... mi chiamo MARTINO.”

Un pesciolino tutto guizzante poteva starci, ma un granchio che parlava …NO….. NON poteva crederci.

Ma la cosa non finiva qui: per incanto dal libro, uscirono un POLPO, un CAVALLUCCIO e una STELLA marina, che felici cominciarono a correre.

MARTINO NON SAPEVA LETTERALMENTE CHE PESCI PIGLIARE.

Si chinò per afferrare il granchio ma questi facendo due passi avanti e tre indietro lo spiazzò al punto che stanco desistette, contrariato cambiò obbiettivo rivolgendo la sua attenzione al polpo sbarrandogli la strada, ma il mollusco avendo 8 tentacoli e spostandosi in modo repentino gli sfuggiva balzando da un angolo all’altro della biblioteca, insieme ai suoi amici. Durante questo inseguimento Martino urtò un libro e lo fece cadere: dal suo interno si sentì un rumore di lamiere contorte che riprendevano

volume, un fragore riempì la stanza e una voce

profonda ringraziava: “Grazie… Grazie… piccolo paggetto, ero stanco di stare tutto accartocciato nell’armatura! Sono secoli che desidero uscire da quella scatola di sardine arrugginita. Ora posso ricominciare a combattere, fare quattro passi e parlare con qualcuno”. La voce usciva da un elmo piumato indossato da un cavaliere medievale bardato di tutto punto nella sua armatura luccicante.

MARTINO sempre più esterrefatto si guardò intorno cercando lo sguardo del nonno, ma non trovò occhi di supporto: intimorito ma anche fortemente incuriosito, ascoltava il cavaliere che narrava di cavalli bianchi, di armature luccicanti, di tornei, giochi medievali, castelli bellissimi arroccati su montagne altissime e di.......

Come se il pensiero del cavaliere narrante lo avesse evocato, apparve un DRAGO, non di quelli cattivi che distruggono tutto: un DRAGO buono, di quelli che usciti dai libri delle fiabe giocano con i bambini.

Con movimenti impacciati, sentendosi in difficoltà il drago disse: “Ho bisogno di riprendermi, 1000 anni chiuso in quelle pagine sono tanti, mi occorre farlo con delicatezza cominciando a stirarmi le ali, poi aggiustando la coda, sbattendo le zampe e provando a volare, ma non sempre riesco a controllare tutto……. ad esempio le narici di fuoco… quando faccio questa prova, mi capita sempre qualche piccolo inconveniente e rischio di bruciare tutto". quello che mi è intorno…”

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