Fare Diversamente! Mi racconti di quando... a Rho | Page 13

che vissero Rho o che hanno soggiornato, dando lustro a tutta la città. Persino la Madonna, un lontano giorno apparve a dei contadini di Rho e, vista la loro misera vita, dal dolore pianse sangue.

Uscito dalla stazione, proseguo il mio giro e vedo una vetrina illuminata, con dentro tanti fiori di diversi colori che ognuno, porterà un pensiero a una persona cara. Domani è il quattro novembre l’anniversario della morte di mio padre, verrò a prendere il più bel mazzo di crisantemi e glieli porterò al cimitero. Domani è anche l’onomastico di mia moglie Carla, le prenderò delle rose rosse e, mentre commossa le odorerà, sentirà il profumo dell’amore che ho per lei.

Ormai vedo solo il rosso, cartello rosso di divieto di transito, la bandiera rossa della sede del Pd, la targa di via Garibaldi e la sua giubba rossa, più avanti la vetrina di una sartoria con luce puntata su un solo punto, mi avvicino e rimango stralunato, emozionato ma anche fiero nel vedere due sposini cinesi che alle dieci sera, curvi su una macchina da cucire rossa, rammendano degli abiti rossi.

/ Persino nella via Verdi vedo solo rosso, però, da inizio primavera fino a poco tempo fa, qui ogni giorno i miei occhi si riempivano di verde. Assieme ad altri volontari di Arci Adua, circolo di aggregazione e tempo libero, abbiamo l’incarico di sorvegliare i parchi del quartiere San Pietro dove abito.

Un giorno di tardo pomeriggio, mentre facevo il solito giro nel parco Federici vicino alla scuola, una nonna chiama i suoi nipotini e amichetti e mi presenta. Incuriositi vengono, scrutano da cima a fondo e uno dice: “Signore, cosa fa, il sorvegliante dei parchi?” – “Controllo i giochi, che siano in buono stato e che vengano utilizzati senza alcun pericolo e sui cavallucci e le altalene non possono salire bambini oltre i dieci anni, e poi raccolgo cartacce.” – “Che bello! Possiamo aiutarti?” Gli do delle pinzette e guanti che avevo legati al seggiolino della bicicletta e in un quarto d’ora, il il sacchetto che tenevo aperto fra le mani diventa pieno e il parco pulito. Prima di uscire quella volta mi voltai e vidi solo verde: verde dell’erba, verde della siepe di alloro, verde delle piante e verde delle panchine. Mentre me ne stavo andando, due bambine mi rincorsero, “Signor sorvegliante, noi abbiamo undici anni possiamo salire sulle altalene?”.

Poi confuso ma contento di avere scrutato ogni metro di una parte della mia città rammentando un po’ di vita vissuta, con passo altero e sguardo alto rientro nell’Auditorium per salutare la Prof Letizia e di nuovo gli occhi si posano su una fila di sedie rosse. E mentre di fretta vado a casa per assistere alla partita, mi accorgo che sembra di avere visto su una di esse una donna vestita di rosso, capelli rossi, labbra rosse, scarpe rosse. E il colore bianco non c’era più.

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