inutilizzabili.
Per esempio, la perdita di produttività dei terreni agricoli, che minaccia la
possibilità futura di alimentare una
umanità crescente, dipende fondamentalmente da una agricoltura industrializzata che rompe irreparabilmente il ciclo naturale della materia
organica, su cui si fonda la qualità dei
terreni e quindi la loro fertilità. Il mercato alimentare globalizzato comporta infatti che miliardi di tonnellate all'anno di materia organica, sotto
forma di alimenti, lascino i campi per
diventare rifiuti nei luoghi dove vengono consumati, cioè nelle città.
Rifiuti che inquinano le falde, decomponendosi emettono gas che alterano il clima, ed impoveriscono i terreni
di nutrienti rendendoli inoltre meno
capaci di trattenere l'acqua: così aumenta l'energia consumata per
l'irrigazione e per le concimazioni chimiche.
Compostare i rifiuti organici raccolti
ben differenziati replicando in impianti speciali il ciclo naturale di decomposizione batterica, anaerobica
prima ed aerobica dopo, significa ottenere metano rinnovabile, che non
aumenta la concentrazione atmosferica di quei gas-serra che stanno
cambiando il clima.
Il materiale successivamente affi