Disturbi generalizzati dello sviluppo e integrazione scolastica Autismo e integrazione Scolastica | Page 90
Disturbi Generalizzati dello Sviluppo e Integrazione Scolastica
Autismo – Strategie per una scuola inclusiva
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Denominare “grande” e “piccolo”
Attività:
mettere in un contenitore coppie di oggetti e/o immagini
uguali, ma di grandezza diversa, in modo tale da averne
uno “grande” ed uno “piccolo”. L’adulto prende una alla
volta le coppie di oggetti in modo tale che possano
essere comparate l’una all’altra, le mostra al bambino e
consegna il “grande” o il “piccolo”, solo dopo che Paolo
le avrà denominate. Il bambino metterà l’immagine
“grande” in un contenitore e l’immagine “piccola”
nell’altro contenitore. Nel caso in cui Paolo avesse
difficoltà a denominare la grandezza giusta, un altro adulto, può suggerire da dietro la
parola corretta. Quando il bambino ripeterà la parola, l’adulto interlocutore consegnerà
l’oggetto.
Un’altra attività gradita a Paolo, in cui possa denominare “grande” e “piccolo”, può
essere fatta con le bolle di sapone: Infatti il dosatore ha due cerchi: uno grande e uno
piccolo. A seconda del cerchio utilizzato si creano bolle di sapone di grandezze diverse.
Paolo può in questo modo richiedere all’adulto bolle “grandi” e/o “piccole”.
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Denominare i principali colori (“giallo”, “rosso”, “blu”, “verde”)
Attività:
mettere in un contenitore oggetti uguali, possibilmente
delle stessa forma e della stessa grandezza, ma
differenti per colore (ad esempio tutti triangoli uguali, ma
di colore diverso: gialli, rossi, blu e verdi). L’adulto
prende uno alla volta i triangolini colorati, lo mostra al
bambino e consegna l’oggetto, solo dopo che Paolo
avrà denominato il colore corrispondente. Il bambino
metterà il triangolino consegnatogli dall’adulto in un altro
contenitore (si possono mettere a disposizione del
bambino tanti contenitori quanti sono i colori che utilizziamo, in modo tale da strutturare
maggiormente l’attività: ad esempio uno per mettere i triangoli gialli, uno per mettere i
triangolo rossi, ecc.). Nel caso in cui Paolo avesse difficoltà a denominare il colore
giusto, un altro adulto, può suggerire da dietro la parola corretta. Quando il bambino
ripeterà la parola, l’adulto interlocutore consegnerà l’oggetto.
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Consegnare su richiesta l’immagine maschio/femmina
Attività:
disporre sul tavolo di lavoro un’immagine di una
femmina e un’immagine di un maschio. Aiutare
eventualmente Paolo denominando e indicando le
fotografie dicendo “guarda! Maschio, femmina”.
Successivamente richiedere al bambino di consegnare
una delle due immagini, dicendo ad esempio “dammi il
maschio”.
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