Disturbi generalizzati dello sviluppo e integrazione scolastica Autismo e integrazione Scolastica | Page 87

Disturbi Generalizzati dello Sviluppo e Integrazione Scolastica Autismo – Strategie per una scuola inclusiva • Mostrare qualcosa di proprio interesse Attività: l’adulto suggerisce a Paolo di portare qualcosa fatto dal bambino (ad esempio un disegno) ad un altro adulto e in seguito ad un coetaneo. L’adulto “tutor” accompagna il bambino dall’adulto “interlocutore” e lo aiuta a porgere l’oggetto. L’interlocutore prende l’oggetto e rinforza concretamente il bambino e lo loda (ad esempio dicendo: “Bravo Paolo! Che bel disegno!”). Successivamente la guida da parte dell’adulto “tutor” deve diminuire (ad esempio può soltanto suggerire al bambino: “Fai vedere alla maestra!”) e il feedback ridotto a quello sociale. Per gli aspetti comunicazionale e linguistico è possibile considerare come obiettivi ed attività specifiche dell’intervento scolastico, quanto segue: • Generalizzare l’uso del gesto indicativo Attività: poiché attualmente il bambino indica ma non sempre, si possono collocare alcuni oggetti graditi a Paolo in alto (ad esempio su uno scaffale), in modo che siano visibili, ma non accessibili. Quando il bambino tenta di prendere l’oggetto (ad esempio può prendere la sedia per salirci sopra), l’adulto deve prontamente chiedere a Paolo: “Cosa vuoi?”. A quel punto il bambino indicherà e l’adulto dovrà verbalizzare la richiesta “Ah, vuoi l’elefante!” e darglielo “Ecco l’elefante”. A volte Paolo per richiedere gli oggetti li denomina verbalmente. Si potrebbe aiutare Paolo a integrare i due diversi aspetti della comunicazione, aspettando un momento prima di consegnare l’oggetto. Inoltre è possibile potenziare tale abilità attraverso l’imitazione se ogni volta che si nomina un oggetto lo si indica anche con il dito. • Esprimere verbalmente semplici richieste (acqua, pipì, apri, ancora, aiuto, spingi, disegna, biscotto, coca cola, dammi,solletico) Attività: poiché Paolo esprime delle semplici richieste è utile rinforzare prontamente il bambino, consegnando l’oggetto in seguito alla richiesta. E’ possibile tuttavia che Paolo manifesti una chiara richiesta in modo non verbale. Nei casi in cui Paolo richieda un oggetto di cui non abbia ancora acquisito la parola corrispondente, un adulto, diverso dall’interlocutore, può suggerirgli all’orecchio la risposta corretta. Si suggerisce di denominare sempre le cose che il bambino chiede, utilizzando parole-chiave. • Migliorare la comprensione dei compiti Attività: preparare le attività da presentare a Paolo prima di chiamarlo a tavolino, eliminando tutto ciò che non serve. Richiamare la sua attenzione, mostrandogli uno dei materiali che userà. Preparare alla sua sinistra la sequenza di attività che dovrà svolgere, in modo tale che sia chiaro cosa dovrà fare, quante attività dovrà svolgere e quanto dovrà rimanere seduto. Possibilmente mettere come compito conclusivo 87