Dance&Culture N°5/2015 | Page 8

è la mia parte in questa vita? Da dove posso cominciare? Come mai per alcuni dei tuoi spettacoli hai scelto l’argomento della guerra? Io e la mia famiglia siamo sempre stati molto percettivi e, in qualche modo, la morte di mio padre, quattro anni fa, mi ha spalancato la porta per arrivare al mio cuore. Mia madre, che mi vide soffrire mi regalò il libro Journey of souls di Michael Newton e in quello stesso periodo ho incontrato una persona, che ha vissuto in India per molti anni, che mi ha aiutato a capire sempre più cose di me stessa. Questo viaggio è stato molto difficile ma ho compreso tanto. Ho studiato tanto anche da sola, per esempio sui libri di Ekart Tolle. E poi pratico la meditazione ogni giorno, a volte faccio yoga. E’ un viaggio meraviglioso che sto ancora percorrendo. La cosa importante è che posso arrivare al mio centro. Perché non possiamo dimenticare il nostro passato, perché voglio portare un messaggio di pace, perché la pace è difficile da mantenere e provocare una guerra è così facile. Swirl of Snow Remains non è il mio primo lavoro sulla guerra, ho fatto anche Spat Upon. Ho voluto mostrare immagini dure, per impressionare le persone a tal punto da cercare di far sì che queste cose non si ripetano. E’ necessario ogni volta ricordare a noi stessi che siamo fortunati perché abbiamo una casa, un lavoro, e che la nostra vita è un dono. Su cosa si fonda la tua religiosità? Hai studiato, seguito un percorso? Io non seguo alcuna religione, mi riferisco più a questioni esistenziali. Come posso essere un buon essere umano? Come posso capire qual Senza questa pratica non potrei dare ai miei danzatori questo tipo di esperienza ma questo è anche parte del mio talento, è parte dell’amore che provo per l‘essere umano. Riesco a sentire profondamente i sentimenti, le emozioni dell’essere umano che mi sta di fronte. Ma questo è un mio talento, non me lo ha insegnato nessuno. Che libri leggi e che film guardi? La maggior parte sono libri di spiritualità. Non guardo film del genere ‘holliwoodiano’. Certamente alcuni sono molto belli ma preferisco autori come Bergman, Tarkovskij, perché ho bisogno di sentire la profondità. Occasionalmente posso anche guardare un film romantico ma è molto raro. Ho una tale fantasia nella mia mente e dato che creo passando da un lavoro all’atro non ho molto tempo. Non guardo molti film anche perché non voglio essere influenzata da nulla. Quando cominci una nuova creazione come ti senti: ansiosa, preoccupata di non avere l’idea giusta? Provo solo gioia, adoro creare, è un sentimento che non riesco a descrivere, è qualcosa di ‘normale’. Naturalmente mi interessa cosa ne penserà il pubblico ma se devo dire che sono preoccupata, no. Anche perché la mia preparazione è così intesa che quando arrivo alla prima vivo semplicemente nel momento. Non mi preoccupo del passato o del futuro, cerco di vivere nel momento presente. Nell’Europa dove ti esibisci qual è la situazione rispetto al ‘pubblico’ che in questo periodo storico sceglie più il cibo che l’arte? Non riesco a rispondere con precisione perché sono sempre un ospite e non vivo in quei paesi, così non mi rendo conto della situazione. In genere, creo per le caratteristiche di quel pubblico: se vado in un paese con un forte interesse per il classico, quello e ciò che mi si chiede ed io cerco di farlo nel modo migliore che posso. Mi pare di capire che in Italia la gente sia interessata a volte a cose più futili e l’ar- te non sia sufficientemente supportata dal governo mentre, per esempio, a Monaco o a Vienna, malgrado la gente possa provare lo stesso tipo di disattenzione nei confronti dell’arte, il governo al contrario pare supportarla. Forse, così come è sostenuta la moda italiana, si dovrebbe sovvenzionare anche la danza. E’ vero, in questo periodo la gente preferisce il cibo ma esiste anche un altro tipo di cibo: tra i due ci dovrebbe essere maggiore equilibrio. In Europa, in generale, stanno tagliando i fondi ovunque e l’arte ne soffre molto. La cultura sta arretrando. Come coreografa, ritengo sia mio compito non sperimentare nel mio teatro ma parlare di problemi di vita perché, forse, non ci rendiamo veramente conto di ciò che sta accadendo intorno a noi. E’ per questo motivo che le mie coreografie non trattano di me. www.nataliahorecna.nl NATALIA HORECNA PROSSIMAMENTE 13 Novembre 2015 - The Royal Danish Ballet, ‘’Death That Best Preserves‘’ Sharabi, Lightfoot - Leon, Horecna 14 Novembre 2015 - The Royal Danish Ballet, ‘’Death That Best Preserves‘’ Sharabi, Lightfoot - Leon, Horecna Natalia Horecna ph. Holger Badekow 20 Novembre 2015 - Kampnagel Hamburg - Bundesjugendballet John Neumeier, ‘’Enlightened Child‘’ Horecna 8 21 Novembre 2015 - Kampnagel Hamburg - Bundesjugendballet John Neumeier, ‘’Enlightened Child‘’ Horecna 11 Dicembre 2015 - Ludwigsburg Germany - Bundesjugendballet Hamburg John Neumeier ‘’Enlightened Child‘’ Horecna Natalia Horecna in prova con il Ballet Company of Montecarlo per la prima di ‘Fatalistic Visions Predominate/Tales Absurd’, ph. Alice Banglero uscire a far questo con il mio lavoro. 9