Dance&Culture N°5/2015 | Page 51

Lazio, nel novembre scorso, ha accolto la domanda cautelare di sospensione degli atti impugnati: “Considerato che, ad un primo sommario esame proprio della presente fase, il ricorso presenta, prima facie, elementi che fanno propendere per un suo accoglimento”. L’udienza per la trattazione del merito avvenuta l’8 aprile 2015 delibera: “Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Terza) definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo respinge”. Il Ministro Giannini firma così il decreto con cui assegna definitivamente a Carioti il ruolo di Direttore dell’Accademia Nazionale di Danza di Roma, compatibilmente con il termine dell’incarico al commissario Giovanna Cassese (31 luglio 2015). Il 13 agosto 2015, l’ultima data di questo percorso alla nomina, Carioti assume a pieno titolo il suo incarico ma l’epopea non è ancora terminata perché siamo ora in attesa che il Consiglio di Stato, al quale il maestro Joseph Fontano si è rivolto, si esprima in merito. Sarà perché storicamente l’Aventino è da sempre luogo di accese diatribe che ancora oggi la storia si ripete? Il para- gone è forte ma di fatto l’aria dell’Aventino continua ad essere incandescente tanto da aver provocato, negli ultimi anni, continue polemiche, litigi e guerre interne nell’Accademia Nazionale di Danza. Il Direttore Bruno Carioti ci accoglie nel suo luminoso e accogliente studio in Accademia per nulla intenzionato a commentare le alterne vicende che l’hanno visto suo malgrado protagonista. E’ pronto a parlare, invece, di progettualità e obiettivi, con un’unica parola d’ordine, guardare avanti: “Quello che occorre ora è fare in modo che l’immagine di questa prestigiosa realtà torni ad essere un punto di riferimento fondamentale per la formazione coreutica e il bagaglio culturale della tradizione della danza italiana. A 15 anni dalla riforma occorre una riflessione attenta sui punti di forza e di debolezza del nuovo assetto. Come devono essere considerate, soprattutto rispetto al mercato, all’inserimento lavorativo, le arti performative danza e musica? Il livello Accademico, ad esempio, inizia quando un danzatore dovrebbe, a 18/19 anni, essere già formato, di conseguenza, qual è il tipo di studio più con- sono per proseguire un percorso che, teoricamente, dal punto di vista della formazione tecnica, in particolar modo per il settore della danza classica, dovrebbe essere già concluso? D’altro canto, al corso Accademico, in realtà, possono accedere tutti coloro che hanno conseguito un diploma, previa selezione di idoneità tecnica alla danza. Il tipo di preparazione che si richiede per accedere a un corso Universitario non può certo essere paragonato a quello richiesto per entrare in una compagnia di danza. Allora, come coniugare le differenti realtà e quali dovrebbero essere gli obiettivi formativi di un corso Accademico in ambito coreutico? Ritengo sia fondamentale aprire ad altri ambiti per creare maggiori opportunità, quali per esempio, la danza-terapia, la social dance, il perfezionamento per il Musical. Partire quindi dal danzatore per preparare figure professionali con un più ampio ventaglio di opportunità lavorative. Per questo è necessario aprire a collaborazioni temporanee con grandi esponenti del mondo dello spettacolo. Non può essere il solo il docente di ruolo a tenere le lezioni; dal mio punto di vista, pur non ve- 51