Dance&Culture N°5/2015 | Page 12

stavo organizzando (dedicato alla tecnica Vaganova, con due ballerini del Teatro Mariinsky, oggi maestri all’Accademia Vaganova di San Pietroburgo) e la cosa mi costò un giorno di sospensione. Quella lettera di sospensione, datata 29 novembre 1997, è appesa ancora oggi con orgoglio nel mio ufficio! È stato importante stare vicino al professore Alberto Testa dall’età di 17 anni. Ma, significativi per la mia carriera sono stati anche gli incon- 12 tri con Carolyn Carlson e con Susanne Linke, che invitai a Roma per insegnare al corso di coreografia che organizzavo in quegli anni. Susanne è stata la prima a credere in me, a darmi fiducia affidandomi i suoi spettacoli. Fu proprio una sua coreografia il primo spettacolo internazionale che portai in Italia (avevo 21 anni), a Salerno, in un festival organizzato da Mario Crasto de Stefano. La Linke mi presentò Carla Maxwell, da cui nacque la collaborazione con la José Limón Dance Company. Alcuni anni dopo, grazie ad Alfio Agostini, l’incontro con un mito dell’impresariato mondiale, Paul Szilard, portò alla collaborazione con la Martha Graham Dance Company. È stata solo passione, o dettata da quale esigenza? Credo che la necessità stia nel fatto di voler soddisfare ed alimentare una forte passione: poter realizzare uno spettacolo è la necessità di realizzare una passione, di potermi esprimere tramite il mio lavoro. Non avevo idea di come sarebbe andata la mia vita. Sono cresciuto in una famiglia semplice, quarto di quattro figli, mio padre operaio e mia madre casalinga. Ricordo che ho iniziato ad organizzare il mio primo stage all’età di 15 anni. La cameretta di casa era il mio “ufficio”, con mia sorella Francesca come assistente. Negli anni a seguire, sempre dalla stessa postazione organizzavo conferenze (anche presso università come La Sapienza e Roma Tre), corsi e stage, inizialmente della compagnia di Michele Pogliani. Mandavo fax e telefonavo in continuazione a direttori di teatri e festival per proporre i miei spettacoli. Il più delle volte si facevano negare al telefono ma io insistevo. Oggi sono loro che mi chiamano per avere dei suggerimenti! Avevo la necessità anche di costruirmi una base economica per permet- termi di fare il mio lavoro. A un certo momento cavalcai il filone della danza televisiva, mi inventai un corso che chiamai Tv Dance, con docenti coreografi di quel periodo ma anche con i personaggi della storia della danza televisiva come Vittoria Ottolenghi, Franco Miseria, ecc. Guadagnai così i primi soldi che investii in quella che oggi è la casa dei miei genitori. A quando risale la nascita della Daniele Cipriani Enter- Eleonora Abbagnato e Daniele Cipriani durante le prove di Carmen, coreografia di Amedeo Amodio, Ph. Ripari Young Group 13