Dance&Culture N°4-5-6/2016 D&C 4-5-6-16 | Page 65

tervista programmata. Sem- bra schivo, un po’ scontroso, poco comunicativo. In realtà manifesta quella lieve insicu- rezza interiore di cui ci confide- rà alla fine ed è solo sorpreso dal caos e da un’intervista che non si svolge a porte chiuse, come aveva creduto. Poi, con il calore degli applausi dei fan, si scioglie. fi con cui ho lavorato, come Brian Friedman, Matthew Ke- vin, Bobby Newberry, Sheryl Murakami e poi ovviamente Madonna, Michael Jackson, Prince. Il primo a lanciare il girling è stata Madonna portando in scena danzatori sui tacchi, collaborando con i Kazaki, i modelli danzatori e cantan- ti che si muovono particolar- mente nel mondo della moda, poi arrivi tu con i tuoi video. Come ti è venuto in mente di ballare sui tacchi? I tuoi sono movimenti molto personali, a chi ti ispiri? La musica. Quando coreogra- fo sui tacchi, per una pubbli- cità, è la musica. La sento, la analizzo, è un’ossessione. Deci- samente la musica. Madonna aveva ballato con i Kazaki nel 2012 ma prima c’era già stato qualcuno che lo ave- va già fatto e prima ancora qualcun altro, ma io amo mol- tissimo Madonna. In realtà mi ispiro a molti artisti, coreogra- Quando devi coreografare qual è il primo input, qualcosa che hai visto nella vita di tutti i giorni, un video, la musica? Che studi hai fatto nella dan- za? Ho studiato danza classica, contemporanea, jazz, tip tap. Coco Chanel tolse alla don- na tutte quelle restrizioni che ostacolavano la libertà dei movimenti, concetto che si- gnificò anche emancipazione della donna che passava da una fase di donna “oggetto” alla fase di donna manager “Non mi sono mai chiuso in un arma- dio, essere gay non è mai stato un problema per me, fin da piccolo. Non chiedo scusa alle persone, e questo so che non è bello, ma faccio quello che voglio, dico quello che vo- glio e se hai un problema allontanati, non starmi accanto. Ballo allo stesso modo.” 65