Dance&Culture N°4-5-6/2016 D&C 4-5-6-16 | Page 15

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e ricchezza devono lavorare . Così non credo sia un problema di preparazione , credo che l ’ e- ducazione , da un punto di vista coreutico , sia più che creativa e formativa per il corpo . E ’ il passaggio successivo ... Credo che ci sia un gap profondo tra La Scala e la scuola e tutto quello che ipoteticamente si trovi nel mezzo . E ’ per questo che dovrebbe essere responsabilità della Scala , come principale compagnia italiana nazionale e internazionale , supportare in modo intelligente anche il lavoro contemporaneo . Dovrebbe essere il loro lavoro , come pure quello di formare i propri danzatori a pensare il lavoro contemporaneo in modo differente . Qui per loro è così semplice danzare Ashton , Miller o Balanchine ma fanno anche il contemporaneo ; i danzatori lo desiderano , non li vedrai mai lamentarsi per Crystal Pyte , al contrario , sono eccitati all ’ idea di averne l ’ opportunità . Quando ho lavorato alla Scala ho vissuto una bella esperienza , non ho avuto problemi con i danzatori … La mia esperienza è stata positiva . Inoltre , sono molto amico di Alessandra Ferri , lei viene da una preparazione classica molto tradizionale ma ha una incredibile capacità e curiosità per altre cose . Non conosco Mauro , ma qualcuno come lei , come direttore della Scala , potrebbe essere sicuramente interessante , perché viene da quel mondo ma comprende l ’ altro .
Quanto la politica interviene sul suo lavoro o il suo pensiero politico entra nel suo lavoro ? Quando si attraversano le porte della Royal Opera House si percepisce di entrare in un tempio senza tempo , in una bolla spazio temporale che lascia fuori tutto , affanni , preoccupazioni , la routine della vita quotidiana . Questo aiuta o penalizza la creatività ?
La danza è sempre politica , ha sempre dei vincoli , se lavori in un ’ organizzazione grande come questa , un palazzo della politica , tutti i leader passano di qui , tutti gli economisti , posso sedermi a cena con i migliori pensatori , posso influenzare la politica , ed è una grande cosa , un onore poterlo fare , ma devi realizzare sempre quello in cui credi senza preoccuparti di altro , devi fare quello che veramente ti guida in modo onesto , mantenendo la tua integrità . Con la mia Compagnia sto costruendo una struttura per realizzare degli spazi di creazione gratuiti per gli artisti e questo sarà il migliore studio di danza di Londra . Questo è un atto politico . Io trovo il denaro perché ho le connessioni politiche per farlo ma poi lo consegnerò agli artisti che non hanno la mia stessa possibilità . Se guardi alle strutture in giro per il mondo come i palazzi dell ’ Opera , il Bolshoi , La Scala , sono tutte politicamente motivate ad essere trainanti ed io penso che si possa usare questa ricchezza per cambiare il sistema politico in qualche modo . Credo anche che il lavoro dell ’ artista sia quello di impegnarsi con la Danza nel mondo reale , connesso al mondo reale , in termini di economia , in termini di conoscenza dei luoghi in cui si vive , in termini , per esempio , di immigrazione , rispetto ai danzatori di altri paesi etc . e non in una bolla … credo sia importante .
Qual è l ’ essenza di Studio Wayne McGregor , cosa vuole che diventi ?
L ’ idea principale è quella della condivisione : ci saranno dai 200 ai 300 artisti l ’ anno e permetterà loro di creare ciò che vogliono offrendo lo spazio migliore possibile dove potranno restituire ciò che hanno ricevuto in ‘ tempo ’ e non in ‘ moneta ’; gli artisti ricevono gratis fino a 5 settimane di tempo in studi più grandi di quelli che ci sono qui , in cambio offrono un giorno alla settimana per ogni settimana che sono qui da dedicare all ’ insegnamento nella comunità locale . E ’ uno scambio . Noi abbiamo trovato i soldi per costruire e mandare avanti la struttura e gli artisti sono eccitati all ’ idea di partecipare . E ’ una struttura

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