Dance&Culture N°1-2-3/2017 D&C16-1-2-3-2017 | Page 8

Entrambi direi. Ma certamente non verbale… Che rapporto ha la sua danza con la musica? La scelta mu- sicale per le sue creazioni è spesso potente, come le gran- di partiture classiche, o ironica- mente e soavemente singolare, quando le sue creazioni non si formano nel silenzio o nel suo- no dell’ambiente: cosa cerca in un brano musicale perché sia scelto per un suo lavoro? Non ho un unico modo per ap- procciarmi alla questione della musica. Ogni pezzo segue una logica differente e ci sono in- finite strade che sono sempre entusiasta di esplorare riguar- do al come la parte visiva e la parte auditiva possano essere accostate. Ci sono musiche che possono considerarsi più complicate da interpretare coreuticamente? Credo che lavorare con la buona musica sia sempre fa- cile, qualunque sia lo stile o il genere. La musica più diffici- le da coreografare è la brutta musica. :-) Con quali coreografi o musicisti italiani desidererebbe collabo- rare? Caravaggio :-) ma soprattutto per la luce… 8