Qual è il tuo sogno nel casset-
to?
Poter fare la coreografa. A 11
anni studiavo danza da Maria
Patti e gli andavo a rubare i
quaderni con gli appunti delle
lezioni e delle coreografie, poi
una mia amica che lavorava
al Teatro Massimo di Palermo
mi regalò una videocassetta
de Il lago dei cigni. All’ingres-
so dei 32 cigni, nel secondo
atto, sono rimasta incantata
nel vedere i disegni creati dal
movimento; è stato quello il
momento che mi sono inna-
morata della coreografia..
Nel mio percorso è stato de-
terminante
l’incontro
con
Mauro Astolfi che, durante un
Concorso, pur non essendo ar-
rivata in finale, trovò il mio la-
voro interessante; così grazie
anche al percorso intrapreso
al DAF di Roma, il centro co-
reografico che dirige, Mauro è
riuscito a tirare fuori il meglio
di me.
Qual è il tuo presente?
Il presente per me è Mario
Incudine, il direttore artistico
“...un’attenzione al proprio
territorio per chi con fatica
e umiltà cerca di farsi spazio
creando, nonostante gli scar-
si mezzi, un lavoro di qualità.”
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