Dance&Culture N°1-2-3/2017 D&C16-1-2-3-2017 | Page 43

miei fans erano tutti rapiti dal mio girare e piroettare vorti- coso. La commissione rimase sì, scioccata, non dal virtuosi- smo ma dal mio essere grotte- sco. Al mio compagno posero molte domande e a me nes- suna. Due giorni dopo ricevetti a casa la lettera: ‘Gentile Signor Kemp, nel ringraziarla per essere venuto all’audizione, dobbiamo sfortunatamente informarla che lei non è adat- to né fisicamente né caratte- rialmente a una professione di danzatore.’ A quel punto mia madre mi mise d’innanzi all’evidenza dei fatti e mi obbligò a trovarmi un lavoro. Smisi di studiare e feci moltissimi e svariati lavori per guadagnare qualche soldo. Iniziai, però, a studiare Danza. Perché sino ad allora non ave- vi studiato Danza? Ero un autodidatta, mi aiuta- vo con il mio famoso libro e poi era tutto un mescolare di spunti: Isadora, danza greca, tip tap. Poi però andai a lezio- ne a Bradford, per quattro sere a settimana, con una bravis- sima insegnante che veniva dalla Laban. Fu lei a spinger- mi ad andare a Londra e pro- vare a fare audizioni non solo in diverse scuole di danza ma anche in scuole per attori. Fu alla Rambert School che ven- ni notato ma purtroppo ero in età per il servizio militare. Così tornai a Bradford molto affamato e con mia madre sempre più contrariata e de- cisa a farmi lavorare. Mentre cercavo lavoro vidi l’ufficio per l’arruolamento e a 17 anni mi arruolai spontaneamente per fuggire da questa madre ossessiva. Mi arruolai in avia- zione, forse perché mi affasci- navano gli areoplani, ma fare 43