miei fans erano tutti rapiti dal
mio girare e piroettare vorti-
coso. La commissione rimase
sì, scioccata, non dal virtuosi-
smo ma dal mio essere grotte-
sco. Al mio compagno posero
molte domande e a me nes-
suna.
Due giorni dopo ricevetti a
casa la lettera: ‘Gentile Signor
Kemp, nel ringraziarla per
essere venuto all’audizione,
dobbiamo
sfortunatamente
informarla che lei non è adat-
to né fisicamente né caratte-
rialmente a una professione di
danzatore.’
A quel punto mia madre mi
mise d’innanzi all’evidenza dei
fatti e mi obbligò a trovarmi un
lavoro. Smisi di studiare e feci
moltissimi e svariati lavori per
guadagnare qualche soldo.
Iniziai, però, a studiare Danza.
Perché sino ad allora non ave-
vi studiato Danza?
Ero un autodidatta, mi aiuta-
vo con il mio famoso libro e
poi era tutto un mescolare di
spunti: Isadora, danza greca,
tip tap. Poi però andai a lezio-
ne a Bradford, per quattro sere
a settimana, con una bravis-
sima insegnante che veniva
dalla Laban. Fu lei a spinger-
mi ad andare a Londra e pro-
vare a fare audizioni non solo
in diverse scuole di danza ma
anche in scuole per attori. Fu
alla Rambert School che ven-
ni notato ma purtroppo ero in
età per il servizio militare.
Così tornai a Bradford molto
affamato e con mia madre
sempre più contrariata e de-
cisa a farmi lavorare. Mentre
cercavo lavoro vidi l’ufficio
per l’arruolamento e a 17 anni
mi arruolai spontaneamente
per fuggire da questa madre
ossessiva. Mi arruolai in avia-
zione, forse perché mi affasci-
navano gli areoplani, ma fare
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