prio mia madre a portarmici.
Questo film segnò moltissimi
danzatori e in me aumentò la
determinazione a inseguire
i miei sogni nel mondo dello
spettacolo.
Ricordo che in quel periodo
mia zia mi regalò un paio di
scarpette da punta che ovvia-
mente usai immediatamente;
inoltre, portavo sempre con
me un libretto con i disegni dei
passi di danza classica, quel
libro era la mia scuola.
E i tuoi artisti preferiti?
Mi sono sempre sentito la rein-
carnazione di Isadora Dun-
can. Sono stato rapito dai bal-
letti russi, ho letto moltissimo
di Diaghilev e Nijinsky e sono
affascinato da Picasso e Mirò,
ma anche dai grandi registi e
compositori: tutti i grandi nel
mondo dell’arte hanno in-
fluenzato il mio sentire artisti-
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co. Anche le storie d’amore mi
affascinano. A 16 anni ero in-
namorato di Leslie Caron, del-
la principessa Margaret… poi i
miei gusti sono cambiati.
Ma il mondo del balletto?
A 16 anni decisi di fare l’audi-
zione alla Royal Ballet School.
Hai presente il film Billy Elliot?
Ecco, così mi sentivo io, sicuro,
certo di riuscire.
I miei compagni di accade-
mia erano convinti che io fossi
un vero talento, infatti mi inco-
raggiarono moltissimo affin-
ché mi iscrivessi all’audizione.
Così mi presentai ed entrai
sfrontato insieme ad un altro
ragazzo.
Ci chiesero un plié, io fui guar-
dato con disgusto mentre l’al-
tro ottenne un sorriso; poi ci
fecero fare un adagio e alle
pirouette pensai “Ora li sten-
do!”; avevo il giro naturale e i