Dance&Culture N°1-2-3/2017 D&C16-1-2-3-2017 | Page 42

prio mia madre a portarmici. Questo film segnò moltissimi danzatori e in me aumentò la determinazione a inseguire i miei sogni nel mondo dello spettacolo. Ricordo che in quel periodo mia zia mi regalò un paio di scarpette da punta che ovvia- mente usai immediatamente; inoltre, portavo sempre con me un libretto con i disegni dei passi di danza classica, quel libro era la mia scuola. E i tuoi artisti preferiti? Mi sono sempre sentito la rein- carnazione di Isadora Dun- can. Sono stato rapito dai bal- letti russi, ho letto moltissimo di Diaghilev e Nijinsky e sono affascinato da Picasso e Mirò, ma anche dai grandi registi e compositori: tutti i grandi nel mondo dell’arte hanno in- fluenzato il mio sentire artisti- 42 co. Anche le storie d’amore mi affascinano. A 16 anni ero in- namorato di Leslie Caron, del- la principessa Margaret… poi i miei gusti sono cambiati. Ma il mondo del balletto? A 16 anni decisi di fare l’audi- zione alla Royal Ballet School. Hai presente il film Billy Elliot? Ecco, così mi sentivo io, sicuro, certo di riuscire. I miei compagni di accade- mia erano convinti che io fossi un vero talento, infatti mi inco- raggiarono moltissimo affin- ché mi iscrivessi all’audizione. Così mi presentai ed entrai sfrontato insieme ad un altro ragazzo. Ci chiesero un plié, io fui guar- dato con disgusto mentre l’al- tro ottenne un sorriso; poi ci fecero fare un adagio e alle pirouette pensai “Ora li sten- do!”; avevo il giro naturale e i