Dance&Culture N°1-2-3/2017 D&C16-1-2-3-2017 | Page 11

Lei, invece, si stabilisce in Fran- cia: scelta privata o professio- nale? Dettata da quale acca- dimento o urgenza? Devo ammettere che non ho un legame così stretto con Isra- ele in quel senso. Ma questo è vero, credo, per qualunque al- tro posto. Io considero come la mia terra le persone che amo nella mia vita privata ed il mon- do della danza in generale con tutte le sue persone. Non mi riferisco alla mia nazionalità come ad un aspetto centrale della mia identità, sia dal pun- to di vista della vita privata che professionale. Cosa sta cercando col suo la- voro? Qual è l’obiettivo che non ha raggiunto? E quali sa- ranno i suoi prossimi progetti? Non cerco qualcosa in parti- colare. Fintanto che le persone con cui lavoro sono stimolate e felici ed in grado di esprimere il massimo del loro potenziale, sono soddisfatto. Poi, mi fido del fatto che il re- sto lo faccia il lavoro. Non inse- guo un obiettivo in particolare, a parte il fatto di continuare ad approfondire quello che già faccio. Siamo in procinto di comincia- re una collaborazione con l’en- semble Modern di Francoforte che vedrà la prima il prossimo Luglio. La corretta relazione con la donna è un argomento sociale di rilievo in Italia in questo pe- riodo: alcuni uomini non sem- brano rendersi conto del fat- to che la donna sia un essere umano di pari dignità in qua- lunque tipo di relazione. Lei ha mai scelto questo argo- mento per un suo lavoro? Inoltre, lei ha deciso di collabo- rare con un’italiana, in partico- lare una donna che si occupa di organizzazione artistica, Va- lentina Marini; da un punto di vista umano, amicale o profes- sionale, cosa trova di più (am- messo che ci sia) in una rela- zione con una donna? Non ho mai scelto un singo- lo argomento per i miei lavori. Sono piuttosto una proposta aperta che può essere letta in modi differenti. Io scelgo di lavorare con le persone per le loro qualità piut- tosto che per la loro apparte- nenza ad un genere ma sono perfettamente cosciente della realtà che lei ha descritto ed ho sempre tenuto questa con- sapevolezza ben presente nel- le mie decisioni su molti aspetti del mio lavoro. Cos’altro sta pianificando di fare in Italia? Mangiare Capita che gli artisti, dopo aver esperito professionalmente altri luoghi all’estero, sentano la ne- cessità di tornare a casa, come se solo nel luogo di origine pos- sano esprimersi al meglio da un punto di vista creativo: per fare un esempio, Ohad Naha- rin che dall’America decide di tornare in Israele, avvertendo una potente necessità di rien- trare nella sua terra, come mol- ti dei suoi connazionali che, a me sembra, sentano la stessa esigenza. 11