In Italia c’è tanto individualismo, non è un paese sociale
come la Germania. É la personalità che conta e decide.
In Russia le realtà è un po’ più
complessa ma sotto sotto i russi,
nonostante la libertà, cercano
sempre lo zar a cui delegare le
decisioni.
Ovviamente non tutti, ma la
gran parte sì. In Italia la politica è totalmente screditata e
la gente andrà avanti finché
potrà ma se la situazione non
migliora scenderà in piazza.
Secondo Lei ci sono prospettive per la danza italiana?
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Non vedo futuro. La Scala è
l’unico teatro in cui si allestiscono spettacoli degni di questo
nome. Nei teatri ci sono eventi
ma il target non è mondiale e i
più bravi sono sempre all’estero. In Italia non si investe sulla
danza.
Firenze con MaggioDanza vive
una situazione difficile e incerta, l’Opera di Roma chiude e
riapre e questo è il segno che
l’arte della danza, anche se è
nata in Italia, soffre la presenza
del bel canto e della musica,
ben più considerati. Il futuro
non è roseo e in questi ultimi
cinque anni le cose sono andate di male in peggio.