DANCE&CULTURE Magazine n°1/2015 | Page 50

In Italia c’è tanto individualismo, non è un paese sociale come la Germania. É la personalità che conta e decide. In Russia le realtà è un po’ più complessa ma sotto sotto i russi, nonostante la libertà, cercano sempre lo zar a cui delegare le decisioni. Ovviamente non tutti, ma la gran parte sì. In Italia la politica è totalmente screditata e la gente andrà avanti finché potrà ma se la situazione non migliora scenderà in piazza. Secondo Lei ci sono prospettive per la danza italiana? 50 Non vedo futuro. La Scala è l’unico teatro in cui si allestiscono spettacoli degni di questo nome. Nei teatri ci sono eventi ma il target non è mondiale e i più bravi sono sempre all’estero. In Italia non si investe sulla danza. Firenze con MaggioDanza vive una situazione difficile e incerta, l’Opera di Roma chiude e riapre e questo è il segno che l’arte della danza, anche se è nata in Italia, soffre la presenza del bel canto e della musica, ben più considerati. Il futuro non è roseo e in questi ultimi cinque anni le cose sono andate di male in peggio.