Opera Pop On Ice, Ph. Paola Cominetta
Sono molto amareggiato perché non sono state capite le
norme che ho messo a disposizione per questo progetto
con un compenso molto inferiore rispetto a quello che normalmente si chiede per questi
eventi: la mia società ha ricevuto due milioni di euro per un
gruppo di trentasei persone
che ha lavorato per due anni e
mezzo. Intorno all’Albero della
vita ci saranno cinque performance al giorno per sei mesi,
il che vuol dire che, due o tre
persone, saranno presenti con
due turni quotidianamente.
I conti sono presto fatti. Io non
deciderò gli spettacoli, e comunque è un autogol aver invitato il Cirque du Soleil che è
pagato nove milioni di euro per
stare in scena sei mesi, dal Canada che, tra l’altro, non par-
tecipa all’Expo, quando si poteva dare la possibilià a delle
compagnie italiane di esibirsi,
magari un mese a testa e con
un budget inferiore.
Le piace sognare in grande stile, qual è il prossimo sogno da
realizzare?
Uno spettacolo molto italiano a
Las Vegas, la città dove ci sono
i più begli show al mondo, che
resterà in scena un anno; sto
trattando con un hotel per uno
spettacolo permanente.
Per l’anno prossimo stiamo inoltre preparando due lavori che
sono interpretazioni artistiche di
capolavori dell’arte.
Sono cresciuto con la Bellezza intorno, a Venezia qualsiasi cosa è bella e quindi, senza
aver studiato, rispetto a una
persona che è nata a Detroit o
a San Paolo, faccio meno fatica a capire se un mobile è bello, se un vaso è proporzionato.
Mi ricordo ancora, quando
avevo quattordici anni, il grande balletto Bolero di Maurice
Béjart, in Piazza San Marco. Mi
ritengo proprio fortunato perché, fin da piccolo, ho respirato la bellezza. La Bellezza è
un tema centrale del percorso sull’identità italiana anche
all’Expo: restituire la bellezza
che ci è stata data, curarla e
non distruggerla.
E’ nato a Venezia, la città più
bella del mondo, che cos’è per
lei la Bellezza?
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