DANCE&CULTURE Magazine n°1/2015 | Page 41

Opera Pop On Ice, Ph. Paola Cominetta Sono molto amareggiato perché non sono state capite le norme che ho messo a disposizione per questo progetto con un compenso molto inferiore rispetto a quello che normalmente si chiede per questi eventi: la mia società ha ricevuto due milioni di euro per un gruppo di trentasei persone che ha lavorato per due anni e mezzo. Intorno all’Albero della vita ci saranno cinque performance al giorno per sei mesi, il che vuol dire che, due o tre persone, saranno presenti con due turni quotidianamente. I conti sono presto fatti. Io non deciderò gli spettacoli, e comunque è un autogol aver invitato il Cirque du Soleil che è pagato nove milioni di euro per stare in scena sei mesi, dal Canada che, tra l’altro, non par- tecipa all’Expo, quando si poteva dare la possibilià a delle compagnie italiane di esibirsi, magari un mese a testa e con un budget inferiore. Le piace sognare in grande stile, qual è il prossimo sogno da realizzare? Uno spettacolo molto italiano a Las Vegas, la città dove ci sono i più begli show al mondo, che resterà in scena un anno; sto trattando con un hotel per uno spettacolo permanente. Per l’anno prossimo stiamo inoltre preparando due lavori che sono interpretazioni artistiche di capolavori dell’arte. Sono cresciuto con la Bellezza intorno, a Venezia qualsiasi cosa è bella e quindi, senza aver studiato, rispetto a una persona che è nata a Detroit o a San Paolo, faccio meno fatica a capire se un mobile è bello, se un vaso è proporzionato. Mi ricordo ancora, quando avevo quattordici anni, il grande balletto Bolero di Maurice Béjart, in Piazza San Marco. Mi ritengo proprio fortunato perché, fin da piccolo, ho respirato la bellezza. La Bellezza è un tema centrale del percorso sull’identità italiana anche all’Expo: restituire la bellezza che ci è stata data, curarla e non distruggerla. E’ nato a Venezia, la città più bella del mondo, che cos’è per lei la Bellezza? 41