suonano le batterie, le persone
smettono di lavorare, si accodano e diventano manifestazioni di dieci mila persone. Rio
è cara come Londra ma c’è
gente che muore di fame.
Casa e lavoro: una piccola
azienda domestica costituita
da quattro figli tra gli otto e i tredici anni, come si gestisce una
famiglia rispetto a una società
come la sua Balich Worldwide
Shows?
M’imputano di avere lo stesso
tono di ufficio anche a casa. In
realtà nasco come una persona molto disordinata e volitiva
ma adesso, nel lavoro, sono
molto ordinato e organizzato.
Questo l’ho tradotto anche
nella gestione della vita; utilizzo
excel con tutte le attività dei figli, perché quattro figli vuol dire
il martedì uno zaino per la palestra, per il nuoto, per la scherma, corso di ceramica, poi c’è
l’oculista, il dentista. Questa
azienda famigliare(familiare)
è fatta da me e Francesca, la
mamma dei miei figli, due persone fisse in casa e una specie
di Mary Poppins che segue i
compiti e fa il cambio dei guardaroba.
Trova molte ispirazioni quando
gioca con i suoi ragazzi, per
esempio nel lancio della 500
ha inserito la barzelletta degli
elefanti e il gioco con una pallina che espande il suo volume,
ha ispirato un effetto speciale
dell’Albero della vita. In questo
lei è un po’ mozartiano, emer-
ge il suo lato bambino, come riesce, in un mondo dove spesso
prevale la logica del denaro, a
mantenere vivo quest’aspetto
fanciullesco?
Non nasco né come regista
né come art director ma sono
sempre stato molto curioso,
quando sento qualcosa che
m’interessa lo focalizzo e cerco di assorbirlo. Questo è quello che mi ha sempre spinto a
spostarmi in vari ambiti: video
clip, programmi televisivi, medi
e grandi eventi. Con lo stesso
approccio adolescenziale osservo tutto quello che mi circonda nel mondo dello spettacolo. Cerco di ricordarmi ciò
che mi stupiva da bambino e
questo mi porta a essere molto
semplice e per certe cose mol-
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