Che sorprese ci saranno per gli
appassionati di danza, all’apertura dei Giochi Olimpici di
Rio de Janeiro?
Opera Pop On Ice, Ph. Paola Cominetta
Ci sono molti ballerini che stiamo coinvolgendo e soprattutto grandi coreografi brasiliani;
non posso ancora confermare
i nomi: stiamo trattando con
Deborah Colker e vorrei anche
Ismael Ivo. Si cerca sempre di
lavorare con persone locali per
esprimere l’arte del paese. La
Funky Favela è una tipica danza da strada nata nelle favelas
che utilizzeremo. Lavoriamo su
cose molto facili, la musica e la
danza in Brasile sono molto correlati, la samba, la capoeira, il
forrò. Nell’organigramma della
manifestazione sono coinvolte
980 persone.
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Quanti aerei prende per il Brasile per seguire l’organizzazione di questo grande evento?
Di solito faccio due continenti il mese, ogni due settimane
parto, mollo i figli il mercoledì
sera, vado a Roma, arrivo a
Rio alle cinque del mattino, lavoro giovedì e venerdì, sabato
sera riprendo l’aereo, arrivo a
Milano domenica pomeriggio
e lunedì mattina porto i ragazzi
a scuola.
Il ballo e la musica in Brasile
sono un antidoto per sopportare la povertà, come pensa di
utilizzare tutto questo patrimonio culturale nel suo show?
Sì, sono potenti elementi d’integrazione. Ci sono tre ceppi in
Brasile: gli europei, gli indigeni e
tutti i neri schiavi, questa commistione ha creato i brasiliani
ai quali si sono aggiunti i giapponesi e i libici. Lavoro con un
gruppo di creativi brasiliani che
mi guidano e io cerco di dare
un sistema, un ordine.
C’è un canovaccio di temi da
trattare, la scoperta del Brasile, l’Amazzonia, le favela e a
ognuno è dato uno stile musicale, un mondo da rappresentare e tutto questo porta a una
sequenza di creazioni. I brasiliani hanno pochi soldi ma hanno
un grande capitale umano:
tutti ballano, il pubblico è una
vera forza. Lo faremo allo stadio Maracaña. A Rio, durante
la settimana, si vedono vere e
proprie parate di gente che