tanta, come band-assistant, di
noti gruppi musicali, gli U2, Peter Gabriel, George Michael,
Eurythmics e che è poi approdata al mondo dei videoclip,
ne ha realizzati per tutti: Celentano, Jovanotti, Vasco Rossi,
Laura Pausini.
Nel 2007 gli è stata affidata la
direzione artistica di “Venezia
Marketing&Eventi” e, nel 2012,
quella di direttore artistico del
Padiglione Italia/Expo 2015 seguita, in occasione del Bea Italia 2013, da un premio speciale
alla carriera. Nello stesso anno
ha fondato la sua società, la
Balich Worldwide Shows S.r.l costituita da trentanove collaboratori.
Balich, nei suoi lavori c’è un rapporto trasversale con la danza:
all’apertura dei giochi olimpici
36
invernali di Torino ha coinvolto
nientemeno che Roberto Bolle
diretto da Enzo Cosimi, coreografo che ha segnato lo stile
della danza contemporanea
italiana negli anni Ottanta; nel
suo recente Intimissimi on ice
Opera Pop, ha unito i volteggi
delle pattinatrici con l’Opera
lirica e con gli ingredienti tipici
del pop, come si gestisce una
massa di cinquecento persone
in scena?
Nei nostri grandi eventi ci sono
moltissimi volontari che vanno
addestrati e per fare questo ci
sono dei coreografi di massa,
il capostipite di questo genere è stato l’americano Doug
Jack, ha fatto sette Olimpiadi
ma adesso si è ritirato perché
è anziano. A sua volta ha partorito una sua generazione di
coreografi come Bryn Walters e
Nikon Lagousakos che, in turni
di quattro ore, riescono a coinvolgere persone più diverse,
cantando in tutte le lingue, con
ritmi da otto e creano composizioni molto interessanti: fiori
che esplodono o figure umane
che segnano un goal.
Sono specialisti nel fare delle
charts (grafici) e nel coinvolgere i volontari per fare queste
figure.
Da quando mi sono affacciato al mondo della danza, dalle
Olimpiadi di Torino in poi, ho notato, invece, che il rapporto tra
il coreografo e il grande performer, nel caso di Cosimi e Bolle,
è molto diverso, i