DANCE&CULTURE Magazine n°1/2015 | Page 29

In collaborazione con il DAF – Dance Art Faculty, il centro internazionale di formazione per la danza e le arti performative, Dance&Culture, il nostro portale e magazine web, e l’European Dance Alliance, organizzazione per lo sviluppo e l’integrazione delle culture delle realtà artistiche del mondo della danza, il festival vede coinvolti più di 30 artisti e studiosi provenienti da Italia, Francia, Germania, Norvegia, Portogallo, USA e Nuova Zelanda, e presenta le ultime tendenze di questo nuovo linguaggio che interpreta le riflessioni e le analisi sui tempi in cui viviamo e i sui modelli sociali e culturali in cui agiamo come la rarefazione del contatto fisico dovuto alla crescita ipertrofica dei legami virtuali nei social network, la cultura dell’avatar, il caos magmatico e stratificato dell’informazione e della comunicazione tra gli individui: la danza, che scopre il suo impatto sociale attraverso la Rete, si fa portatrice di progetti che tornano prepotentemente al corpo. In questo contesto viaggiano le ibridazioni della danza contemporanea nelle performance di artisti dalle più diverse caratteristiche, specialità e tecniche, come, per esempio, Isabel Valverde che torna per la seconda volta sotto i riflettori della nostra rivista (vedi articolo di Francesca Fini a pag.34 del n°1/2014 di Dance&Culture). Danzatrice, studiosa, ricercatrice e insegnante portoghese, la Valverde da anni sviluppa la sua ricerca nel mondo virtuale di Second Life collaborando con danzatori di tutto il mondo e i loro “avatars”. L’artista elabora coreografie all’interno del mondo virtuale Senses Places: il movimento del corpo reale, catturato da una webcam, si trasmette nel mondo virtuale a quello del suo avatar, mescolandosi alle “imprecisioni” inevitabili di tale procedimento e, quindi, a quel margine di casualità che è il contributo “creativo” del sistema informatico. Da questa mescolanza tra azione umana consapevole e “caso” nasce un vero e proprio stile di danza possibile solo su Second Life, in cui il corpo del performer spinge quello digitale dell’avatar a sfidare le leggi fisiche del mondo reale. Grazie a lei lo spazio performativo virtuale “Senses Places” verrà “ricostruito” nella galleria del Lanificio e diventerà teatro di interazioni fisiche durante la performance dal vivo cosicché attraverso l’utilizzo di interfacce di mixed reality - che si trovino a Roma, in Brasile, in Giappone o Portogallo - si riuniranno tutti in Second Life per costruire una realtà condivisa ibrida e una performance partecipata tra pubblico e rete in continuo flusso. Al suo progetto collabora anche Todd Cochrane della Nuova Zelanda, scienziato, matematico e informatico, in particolare, implementando gli strumenti di interazione fisica con il mondo virtuale. In Un dialogo in continua evoluzione tra luce, movimento e codice si muove il workshop dei FUSE*, un progetto svilup- Il danzatore e coreografo Robert Wechsler autore del progetto Motion Composer 29