Passando ai tuoi lavori, come
nasce Joseph_kids?
È la versione per bambini del
mio assolo Joseph. Joseph_kids
è lo spettacolo interpretato
da Michele Di Stefano (Leone
d’Argento per la Danza, Biennale di Venezia 2014), un incontro straordinario.
Anche in questo caso si voleva sfatare il cliché che crede
che la danza contemporanea
non sia accessibile ai bambini.
Salvo qualche piccola modifica, abbiamo tenuto la struttura
dell’assolo quasi uguale a quella per adulti. Questo è interessante perché secondo me è
possibile oggi anche ripensare
a questi spettatori come qualcosa di diverso rispetto a quello
che c’è stato fino ad ora.
Will you still love me Tomorrow?
titolo della tua famosa trilogia Folk-s, Untitled, e Aurora – cosa
rappresenta?
Un’intuizione, venuta prima ancora della creazione di Folk-s. E
adesso che vedo gli spettacoli
finiti, continuo a sentire risuonare questa domanda.
Sono lavori sulla coerenza, sulla
presenza, sulla continuità, sulla
costanza: quindi il titolo è stata
un’intuizione inspiegabile, ma
adesso mi sembra particolarmente azzeccato.
Nella trilogia porti in scena discipline che non ti erano note
in precedenza: dove nasce
l’intuizione?
L’intuizione è un mistero.
Per Untitled è nata una sera
mentre guardavo uno spettacolo dove c’erano due giocolieri che eseguivano un numero
sempre più difficile.
E per la prima volta ho visto questa pratica non solo dal punto di vista dell’intrattenimento
ma anche dell’impegno, della
concentrazione, della costanza, della fatica, del sacrificio,
della meditazione. Per Folk-s
l’intuizione è nata un giorno
mentre guardavo l’immagine di un cantante americano,
Rufus Wainwright, e nella terza
di copertina c’era questo suo
bellissimo ritratto fatto da Sam
Taylor-Wood dove lui indossava
appunto l’abito tirolese.
Questi momenti creano un cortocircuito per cui se nei giorni
successivi continui a ripensare
a quell’immagine o a quello
che hai visto, vale la pena di
costruirci un progetto intorno.
Ph. Andrea Macchia
Porti in teatro discipline che
non nascono per quel contesto
ma che hanno insito il concetto di performance (danza tirolese per Folk-s, giocoleria per
Untitled, goalball per Aurora).
Come costruisci uno spettacolo?
Sono consapevole che quando faccio un lavoro quello che
vedo io - che per me è molto
emozionante, vibrante, sensibile - non tutti lo vedranno con
i miei stessi occhi. Io cerco di
coreografare l’evento in base
all’esigenza del mio occhio e
del mio orecchio e cerco di essere onesto con me stesso.
Come coreografo, come artista che organizza un’azione
nel tempo e nello spazio, le mie
regole sono queste: dilatare
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