DANCE&CULTURE Magazine n°1/2015 | Page 19

Lo abbiamo intervistato sull’eterno dilemma delle categorie della danza, provocato sullo stato dei teatri italiani, esasperato sull’origine dei suoi lavori, per scoprire una persona di estrema onestà intellettuale, consapevole, chiara, diretta, senza scorciatoie, fronte alle polemiche, ed estremamente coerente. gnia in cui lavoravo, sviluppando molto la ricerca sul corpo, era ricca di danzatori. Come performer ho un corpo tecnologico, so come organizzarlo in relazione a tempo e spazio, e molte delle informazioni che ho ricevuto e incamerato derivano inevitabilmente da alcune tecniche di danza contemporanea, ma questo è tutto. Qual è la tua formazione? Definisci spesso i tuoi lavori delle Performance per discostarti dalle etichette Danza, Teatro o Circo, anche se in realtà poi rientri nella sezione Danza dei festival. Dal 1997 al 2006 sono stato attore e performer, con costanza e passione, per Lenz Rifrazioni; nel frattempo mi sono laureato in Storia dell’Arte contemporanea a Parma. Il mio primo lavoro come autore risale al 2007. Per questa ragione all’epoca ero sicuro che come artista sarei stato presentato nei contenitori di teatro contemporaneo o nelle gallerie, avendo studiato Pe ə