DANCE&CULTURE Magazine n°1/2015 | Page 15

Tutto ebbe inizio... in una sera d’estate Loredana Rovagna, titolare del Centro Studi Danza di La Spezia e prima insegnante di Jacopo Godani racconta In una sera d’estate, passeggiando ai giardini, una giovane voce maschile mi chiamò per nome: era Jacopo non ancora sedicenne, con i capelli lunghi castano chiaro e lo sguardo vivace. Si presentò un po’ timidamente, ma subito espresse il suo desiderio di studiare danza. “Perché, vuoi fare il ballerino?”, dissi un poco provocatoria, “Si” fu la sua risposta. Iniziò così la nostra avventurosa sfida per superare l’audizione a Mudra, il Centro Internazionale per gli interpreti dello spettacolo diretto da Maurice Béjart a Bruxelles, al quale avevo già indirizzato tre allievi. Fu un entusiasmante, rapido e intenso lavoro decisamente diverso da quello impostato per altri. Per sostenere al meglio l’audizione, in un anno e sette mesi, si trattava di svolgere uno studio molto articolato: il programma di classico per arrivare al livello avanzato, conoscere tecnica Graham, Improvvisazione, Composizione, avere esperienza su scena ed essere informato sui più grandi coreografi del ‘900 attraverso la visione di video e spettacoli dal vivo. Jacopo aveva delle qualità. Il suo corpo era naturalmente ruotato, elastico e con l’apertura, inoltre determinazione, volontà e curiosità andavano a costituire un affascinante mix da plasmare. Insegnargli è stato piacevole e divertente. Molto preciso nel lavorare, attento nel concentrarsi e nell’ascoltare, fu una sorpresa vedergli nascere idee personali nell’improvvisare e nel comporre. La coreografia è sempre stata la mia più grande passione e negli spettacoli del Gruppo Centro Studi Danza annualmente presentati a Teatro per le scuole, Jacopo su scena aveva grinta e temperamento. Gli spezzini hanno avuto modo di seguirlo nella sua formazione perché nei primi anni di studio all’estero, partecipava in estate alle serate finali degli Stages Internazionali da me diretti, dapprima come danzatore, ricercatore e poi coreografo. Nello spettacolo finale di Mudra, presentò la sua prima coreografia. Quando nel 1991 entrò nella Compagnia di Francoforte provai grande gioia e soddisfazione perché William Forsythe era un coreografo da me ammirato fin dall’89 quando vidi per la prima volta “Say byebye” danzato dall’NDT a Den Haag. Attraverso Jacopo ho seguito così il percorso creativo della Compagnia e da quando è divenuto coreografo freelance ho apprezzato le sue modalità compositive. Corpi abituati ad apprendere movimenti codificati e conosciuti in cui l’intervento personale sta nell’interpretazione emotiva, con Jacopo arricchiscono le possibilità di movimento e si rinnovano in forme pensanti in continuo divenire. Questa grande attività di generosa trasposizione viene ripercorsa in ogni nuova Compagnia per cui crea e ora, scelto da William Forsythe che ne ha sempre riconosciuto il talento, avrà un suo ensemble stabile con cui poter sperimentare. Per l’affetto e l’amicizia che ci unisce non posso che provare grande contentezza e dirgli – bravo Jacopo, sono fiera di te, lo devi al tuo impegno ed al tuo ingegno e ti auguro di trovare nuova energia creativa in questo straordinario viaggio –. 15