Coop socialità - Ecocourts | Page 8

EcoCourts1_rev digi_Layout 1 27/11/14 17:05 Pagina 08 ECO COURTS Introduzione 08 in realtà è la passione di chi racconta, di chi si è messo in gioco assieme agli altri, di chi ha rotto gli steccati dell’abitudine per guardare più in là. «abbiamo cominciato a marzo, in via Caldera, con 130 famiglie e la loro vita è già cambiata», racconta Paola Vitali, della cooperativa milanese Ferruccio degradi. «Prima la raccolta differenziata dell’olio usato. Poi il bike sharing condominiale, con le vecchie bici inutilizzate rimesse a nuovo da una ciclo-officina: ora sono tutte dipinte di rosso e non si fermano un attimo. Infine la fontanella in cortile con l’acqua pubblica refrigerata e, a richiesta, con gas: in sei mesi sono andati via 20 mila litri, senza consumare un solo grammo di Oggi si parla sempre più di plastica. E non è stato un nuovo modo di fare solo un vantaggio ecologico: si sono ricostruiti i economia che può essere chiamato circular economy, legami di vicinato, il senso di una cooperativa sharing economy. che è nata nel 1906 e che stava smarrendo la ragione fondante. Ora in tanti ci tempestano di telefonate: vogliono fare la stessa cosa”. Molti sono già passati all’azione. a Cinisello balsamo, via Mozart, hanno puntato sulla sostituzione delle vecchie lampadine con i led (fanno risparmiare fino all’85 per cento di elettricità) e sull’isola ecologica condominiale per la raccolta di olio, pile, lampadine e farmaci. a roma, a via Fillia, è nata un’altra casa dell’acqua, con un distributore pubblico che comprende l’opzione “fresca” e quella “gasata”. In altri con- domini si è creato un punto di condivisione degli strumenti che si usano di rado: dal trapano all’avvitatore, dalla scala lunga al cento gradi. E anche le singole famiglie hanno dato un contributo importate aiutandosi, consorziandosi, trovando intese per raggiungere obiettivi comuni. si potrebbe obiettare che la dimensione familiare, o condominiale, dell’impegno ambientale rappresenta una dimensione micro universo troppo ridotta per incidere sull’inquinamento globale che trascina il pianeta verso un futuro ad alto rischio: preso isolatamente un cortile verde appare più una testimonianza che una soluzione. Ma la somma di molti piccoli numeri può dare un totale di tutto rispetto e inoltre il contesto in cui la sfida si inserisce allarga la prospettiva. Oggi si parla sempre più di un nuovo modo di fare economia che può essere chiamato circular economy, sharing economy, bioeconomy, blu economy. I nomi sono diversi perché diverse sono le facce di questa rivoluzione, ma il trend diventa sempre più chiaro. Per convincersene basta guardare al successo, fino a ieri imprevedibile nelle dimensioni, del car sharing che in Europa conta già oltre 500 mila iscritti e 13 mila auto, con i numeri che salgono mese dopo mese. In Francia la crescita di autolib nell’area parigina ha portato a una riduzione del parco auto privato pari a 22.500 macchine, equivalenti a 164 milioni di chilometri percorsi in un anno. attualmente ci sono anche 2.500 veicoli al 100% elettrici distribuiti nelle 880 stazioni della regione parigina.