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ECO COURTS
Introduzione
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in realtà è la passione di chi racconta, di chi si è
messo in gioco assieme agli altri, di chi ha rotto
gli steccati dell’abitudine per guardare più in là.
«abbiamo cominciato a marzo, in via Caldera,
con 130 famiglie e la loro vita è già cambiata»,
racconta Paola Vitali, della cooperativa milanese Ferruccio degradi. «Prima la raccolta differenziata dell’olio usato. Poi il bike sharing
condominiale, con le vecchie bici inutilizzate rimesse a nuovo da una ciclo-officina: ora sono
tutte dipinte di rosso e non si fermano un attimo. Infine la fontanella in cortile con l’acqua
pubblica refrigerata e, a richiesta, con gas: in sei
mesi sono andati via 20 mila litri, senza consumare un solo grammo di
Oggi si parla sempre più di plastica. E non è stato
un nuovo modo di fare
solo un vantaggio ecologico: si sono ricostruiti i
economia che può essere
chiamato circular economy, legami di vicinato, il
senso di una cooperativa
sharing economy.
che è nata nel 1906 e che
stava smarrendo la ragione fondante. Ora in
tanti ci tempestano di telefonate: vogliono fare
la stessa cosa”.
Molti sono già passati all’azione. a Cinisello
balsamo, via Mozart, hanno puntato sulla sostituzione delle vecchie lampadine con i led
(fanno risparmiare fino all’85 per cento di elettricità) e sull’isola ecologica condominiale per la
raccolta di olio, pile, lampadine e farmaci. a
roma, a via Fillia, è nata un’altra casa dell’acqua,
con un distributore pubblico che comprende
l’opzione “fresca” e quella “gasata”. In altri con-
domini si è creato un punto di condivisione degli
strumenti che si usano di rado: dal trapano all’avvitatore, dalla scala lunga al cento gradi. E
anche le singole famiglie hanno dato un contributo importate aiutandosi, consorziandosi, trovando intese per raggiungere obiettivi comuni.
si potrebbe obiettare che la dimensione familiare, o condominiale, dell’impegno ambientale rappresenta una dimensione micro
universo troppo ridotta per incidere sull’inquinamento globale che trascina il pianeta verso
un futuro ad alto rischio: preso isolatamente un
cortile verde appare più una testimonianza che
una soluzione. Ma la somma di molti piccoli numeri può dare un totale di tutto rispetto e inoltre il contesto in cui la sfida si inserisce allarga
la prospettiva. Oggi si parla sempre più di un
nuovo modo di fare economia che può essere
chiamato circular economy, sharing economy,
bioeconomy, blu economy. I nomi sono diversi
perché diverse sono le facce di questa rivoluzione, ma il trend diventa sempre più chiaro.
Per convincersene basta guardare al successo, fino a ieri imprevedibile nelle dimensioni,
del car sharing che in Europa conta già oltre
500 mila iscritti e 13 mila auto, con i numeri che
salgono mese dopo mese. In Francia la crescita
di autolib nell’area parigina ha portato a una riduzione del parco auto privato pari a 22.500
macchine, equivalenti a 164 milioni di chilometri percorsi in un anno. attualmente ci sono
anche 2.500 veicoli al 100% elettrici distribuiti
nelle 880 stazioni della regione parigina.